MIKE PRIDE – ‘I Hate Work’ cover albumIl batterista, compositore e polistrumentista Mike Pride, che sembra avere tante braccia come quelle di un polipo, ha approfondito il jazz con influenze avant-garde, doom e death metal; condotto esperimenti registrati in casa; e, più recentemente, ha collaborato con il leggendario bassista punk-rock Mike Watt e il chitarrista Brandon Seabrook nel ruolo di Three-Layer Cake.

Ora, al suo primo set da leader dopo “Birthing Days” del 2013, realizza un’impresa improbabile: prendere l’hardcore punk ad alta velocità scatenato dalla sua ex band MDC (Millions of Dead Cops) e reinventarlo come un trio jazz con pianoforte. Questa è stata una registrazione che ha richiesto diversi anni e valeva la pena aspettare.

Naturalmente, Mike, insieme al pianista Jamie Saft e al bassista Bradley Jones, non osa offrire un facsimile clamoroso dell’assalto thrash degli MDC. Invece, questo eccezionale trio acustico, rinforzato da un eclettico cast di supporto, trasforma la brutalità nodosa di quel gruppo in un ‘jazz swinging’ decisamente accattivante.

I devoti dell’MDC riconosceranno qui i riff e i testi politici caratteristici del marchio di fabbrica, ma sono gli strati intricati, i ritmi espansivi e le articolazioni dell’improvvisazione che sono al centro dell’inebriante decostruzione di questi brani da parte del batterista.

Saft è il suo solito sé con grazia cosmica in tagli come “Corporate Death Burger”, “Dead Cops” e “Dick for Brains” alimentato dal Mellotron. Nel frattempo, i cantanti ospiti si esibiscono in performance di successo: Dave Dictor nella title track, Sam Mickens in “Greedy and Pathetic” e JG Thirlwell, che presta il suo incantevole canto alla deliziosamente ottimista “America’s So Straight”.

L’album si apre con “Corporate Deathburger” in un’incursione casual in trio di pianoforte mentre Saft suona la melodia umile accompagnata dal raffinato lavoro dei piatti di Pride, e più tardi alcuni raffinati assoli di Jones il cui ringhioso basso ad arco passa in modo dissonante in “Business on Parade” dove Mick Barr in seguito entra con la chitarra metal sotto steroidi, con anche Jamie e Bradley che contribuiscono con brevi dichiarazioni. “America’s So Straight” ha JG Thirlwell che suona come un Tom Waits ancora più gutturale mentre il tastierista, Jones e Price gli danno un trio d’altri tempi.

I nove minuti di “She Wants a Partner With a Lust for Life” presentano il basso ad arco dal suono minaccioso di Jones, il rullante sfrecciante di Price e il mellotron ronzante di Saft in una melodia dedicata alla moglie di Mike, una scelta strana per una dedica. Ma allora, cosa non c’è di strano nell’intero concept dell’album? “Greedy and Pathetic” ha l’ex collaboratore musicale, Sam Mickens, alla voce con Barr che suona un banjo elettrico a dodici corde, mentre la melodia si muove attraverso diversi colpi di scena ma non sbanda mai completamente fuori dai binari, in parte a causa dell’inventiva di Saft. “Dead Cops” inizia con ritmi di precisione start-stop prima che Jamie lo porti in modalità swing pesante, trasformando completamente quella che una volta era una melodia punk. La title track si chiude con Dave Dictor che offre voci drammatiche e memorabili tra le improvvisazioni del trio, ognuno dei quali brilla particolarmente in questo frangente.

Se qualcuno ti avesse detto che “Millions of Dead Cops” degli MDC sarebbe stato trasformato in un album jazz acustico oscillante e improvvisato, potresti aver riso di un pensiero così assurdo. Eppure, la prova è qui con Pride, Saft e Jones che ce la fanno magnificamente!!!


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