I Midnight Sister sono un duo multi-forme e multi-disciplinare losangelino, guidato dagli artisti Juliana Giraffe e Ari Balouzian. Juliana e Ari sono una favolosa coppia di freak, anzi gli LA pop freaks per eccellenza. La musica dei Midnight Sister cambia di brano in brano, di disco in disco e non si ripete mai grazie a trovate avanguardistiche, tocchi psichedelici, dance, folk e glam capaci di risvegliare gli assopiti animi dell’indie rock statunitense. Il nuovo singolo “Foxes” farà la felicità dei fan di George Harrison con le sue perfette chitarre psych pop, per non parlare del cinematografico video in cui il duo dà il meglio di sé. Proprio l’aspetto visivo ed estetico è parte integrante della proposta del gruppo grazie al gusto unico per coreografie, costumi e recitazione di Juliana Giraffe.
Le composizioni ad archi e serpentine di Balouzian sono scene di film che consentono a Giraffe, un brillante attore caratteristico, di rivestirsi di nuovi ruoli e voci. Un po’ della colonna sonora di Jon Brion; alcune vecchie corde di Hollywood; una buona dose di discoteca glam e outsider del cinema indipendente degli anni ’70. Ogni artificio percepito è sempre accompagnato da un’impronta digitale umana indelebile, qualcosa di perfettamente spento. I rispettivi lavori, di Giraffe e Balouzian nella moda, nelle arti visive, nei video e nelle colonne sonore, insieme alla banda di virtuosi di cui si circondano, si fondono meravigliosamente come Midnight Sister. E se “Saturn Over Sunset” del 2017 era la loro raccolta di cortometraggi sulla vita da emarginati nella San Fernando Valley, poi il loro nuovo album “Painting the Roses” è il metamotore inventivo che li consolida come autori.
Juliana ha viaggiato per visitare la famiglia in Argentina durante la realizzazione dell’album e ha ricollegato molto con quella parte della sua storia, arte e cultura familiare. Ari ha creato l’opener principale dell’album “Doctor Says” durante una sessione nel deserto fuori Los Angeles. La chitarra ha un surf-tango lento e soffocante, come Dick Dale che interpreta Carlos Gardel. E anche se la canzone è stata ispirata dalla riconnessione di Giraffe con l’Argentina, la traccia parla della lenta perdita di alcune strette amicizie durante la realizzazione del disco. ‘Amico, sei cambiato’, canta Giraffe, senza capire se è diretto a un amico o a sé stessa.
“Wednesday Baby” è un pop paziente e sottilmente barocco. Segue Giraffe attraverso uno di quei giorni uggiosi trascorsi in stasi da visione a tunnel da cui solo una tartaruga che prende il sole o il tuo compagno canino possono tirarti fuori. Quando la sega del collaboratore Max Whipple arriva raggiante dal cielo nella terza parte della canzone, siamo ipnotizzati dall’affascinante noia della canzone. Il brano arriva da qualche parte sia familiare che distaccato, una piccola fetta di atemporalità presa direttamente da ‘The Cake of Perfect Songcraft’.
Nella parte finale due magnifiche incarnazioni: la Judy Garland de “Il Mago di Oz” nella fuorviante cantilena di “Song for the Trees” e la Nico algida e sospesa dei primi seventies nella conclusiva traccia omonima.
Una musica sballata e inquietante, ma dal fascino conturbante!!!
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