MASTER MUSICIANS OF JAJOUKA LED BY BACHIR ATTAR – ‘Dancing Under The Moon’ cover album‘Qualcosa che tutti coloro che ascoltano musica dovrebbero incontrare almeno una volta nella vita’. – questa l’affermazione impegnativa di Spectrum Culture.

Splendidamente registrato in situ nelle montagne del Rif nell’autunno del 2019, questo doppio CD di 110 minuti presenta questi musicisti leggendari in modo espansivo e senza ostacoli. Con sede a Jajouka, in Marocco, i Master Musicians sono un collettivo di creatori di trance Jbala Sufi, impegnati a creare una rappresentazione contemporanea della loro tradizione musicale secolare.

L’album è prodotto dal leader della band di lunga data, Bachir Attar, e con tutti i brani, tranne uno, che superano i 10 minuti di durata, è chiaro che queste registrazioni colgono autorevolmente l’essenza strutturata di questo ensemble senza tempo.

Profondamente ipnotico e tremendamente intenso!

Jajouka è il nome di un villaggio nascosto ai piedi di Jebala, nel nord del Marocco. Non lo troverai su nessuna tabella di marcia. Ma Jajouka è la casa della tribù Ahl Serif, a volte tradotta come ‘Il Santo’, perché discende da un guaritore arabo chiamato Sidi Hamid Sheich, il cui santuario è sacro, l’Ahl Serif. La fama dei musicisti tribali deriva dalla loro conservazione della musica le cui origini risalgono all’antichità. William Burroughs li ha definiti ‘la band rock and roll di quattromila anni’.

I Master Musicians of Jajouka sono stati registrati molte volte nel corso degli anni, spesso in collaborazione con artisti diversi come Ornette Coleman e Brian Jones, e questo nuovo lavoro, “Dancing Under the Moon”, suona come il migliore in assoluto.

Il libretto del CD contiene un’ampia documentazione fotografica e note di copertina dell’acclamato giornalista musicale Stephen Davis.

Questa selezione di brani di queste sessioni è l’ultima testimonianza dell’incanto mistico e del valore spirituale di Jajouka, catturato con una fedeltà audio di altissimo livello. La musica rhaita a doppia canna ricorda che Jajouka una volta forniva musicisti alla corte reale del Marocco. “Khamsa Khamsin (“I 55”) e “Opening the Gate” sono temi una volta schierati per accompagnare il Sultano alla moschea, e viceversa, già nel 1912 e prima. Le canzoni per violino acustiche e percussive chiamate Jibli (“mountain music”) sono tipiche di ciò che viene suonato per i visitatori di Jajouka dopo una gustosa cena a base di couscous e tagine. Queste composizioni discendono dalla musica andalusa, le melodie millenarie dell’Iberia moresca.

Jajouka, i suoi musicisti e le sue tradizioni sono davvero vulnerabili e in transizione in questa era in rapida evoluzione. Si tratta di progetti amorevolmente curati come “Dancing Under the Moon”, oltre alle benedizioni di Baraka, e un po’ di fortuna e duro lavoro di Bachir Attar e dell’attuale generazione dei Master Musicians!!!


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