MARGO CILKER – ‘Pohorylle’ cover albumEcco un disco che dovrà per forza essere presente nelle liste dei migliori per quanto riguarda l’annata in corso. Devi solo amare gli artisti country e le radici dell’Oregon e del Pacifico nord-occidentale. Non voglio dire che sono innocenti, perché potrebbe essere interpretato erroneamente come paternalistico. Ma c’è certamente una mancanza di pretenziosità nella musica e una piacevole semplicità che è rinfrescante e accattivante. Nelle estremità degli Stati Uniti, sono isolati e le loro espressioni tendono a presentare una purezza e un’onestà distinte.

Per il suo album di debutto, “Pohorylle”, Margo Cilker ha attinto alle esperienze raccolte in sette anni on the road e in vari avamposti in tutto il mondo. Il disco attraversa la geografia dei ricordi di Cilker, dall’Oregon ai Paesi Baschi, i temi dell’amore e della perdita sono una costante.

Riflettendo sul dilemma che devono affrontare molti trovatori itineranti, sia l’amore che la frustrazione di una vita in continuo movimento, Margo contempla in particolare l’inevitabilità che, in questo ambiente, l’amore debba alla fine portare alla perdita e al dolore.

Ed è in questo contesto che la nostra applica il suo talento vocale a un lavoro che, sebbene ampiamente country sia nel tatto che nel suono, la fa divergere in vari aspetti dal genere. “Chester’s” è una ballata più lenta che si rivolge a quella vita itinerante ‘Perché ho fatto il mio letto sul ciglio della strada, ho visto i miei buoni amici sposarsi e poi sentirsi soli, ho visto gli ubriachi in fila da Chester, non posso più permettermi di sentirmi solo’.

“Brother, Taxman, Preacher”, al contrario, ha un pianoforte honky-tonk e un’atmosfera semplice e d’altri tempi mentre la traccia di apertura, “That River” scorre esattamente come suggerisce il titolo. La canzone vede la sorella e spesso compagna di tour, Sarah, come coro e alcuni archi squisiti di Mirabai Peart.

Straziante ma duraturo, scarno ma abbondantemente divertente, “Pohorylle” è un disco d’autore abbastanza country, con l’attenzione concentrata esattamente sulle canzoni e sulla voce di Margo, che a scatti è raddoppiata dalle armonie sanguinarie di sua sorella Sarah, e ha sostenuto una band hot shot appositamente assemblata per assicurarsi che queste canzoni siano rispettate.

C’è un indubbio nuovo talento in mostra qui, ma suggerire che il disco abbia un cenno a Lucinda Williams e Gillian Welch potrebbe essere un po’ prematuro in questa fase. Che l’album abbia degli autentici momenti salienti è indiscusso, ma la sensazione generale è un po’ irregolare e non a fuoco in alcuni punti. Detto questo, il produttore, Sera Cahoone, ha assemblato una forte formazione per accompagnare Cilker in studio e quel talento, unito a una voce distintiva che è mandata dal cielo per questo genere, si traduce in un debutto molto promettente!!!


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