La tentazione di riformare band di successo, nel mondo del rock, è sempre stata molte forte, soprattutto se la propria carriera solista stenta a decollare.
Non è questo il caso, infatti Rich Robinson non ha rimesso in piedi i Black Crowes (senza il fratello Chris non credo possa essere possibile), ma ha fondato i Magpie Salute con il chitarrista Marc Ford ed il bassista Sven Pipien che dei “Corvi Neri” avevano fatto parte in diversi momenti della loro esistenza.
La musica che dobbiamo aspettarci è quella di una formazione strettamente legata agli anni settanta dal suono fortemente venato di sapori e colori sudisti.
Il primo disco delle “Gazze” è uscito lo scorso anno ed era registrato dal vivo in studio, conteneva un solo brano originale più riletture del repertorio Crowes e covers di Bob Marley, Pink Floyd, Faces e Delaney & Bonnie.
Tutto era suonato alla perfezione con le chitarre di Rich e Ford strepitose e coinvolgenti, ma la voce di Chris mancava enormemente. Le esibizioni sul palco, ascoltabili grazie all’esistenza di diversi bootleg, mettono in mostra un debito verso i Black Crowes fin troppo evidente, anche nelle covers scelte, per potersi entusiasmare più di tanto.
Ho avuto modo di ascoltare in anteprima il nuovo disco dal titolo “High water I” e posso affermare che siamo di fronte ad un deciso cambio di passo.
Lo spettro sonoro si è ampliato, non solo rock sudista in tutte le sue declinazioni, ma anche armonie west-coast, ballate ad ampio respiro ed atmosfere acustiche che possiedono toni pastorali e folk.
È un album compatto, più maturo, meno legato alle caratteristiche della band di origine. Sicuramente ha giovato l’apporto del cantante John Hogg, del tastierista Matt Slocum e del batterista Joe Magistro.
Niente di nuovo, ma un prodotto fresco in cui il classic rock dei seventies viene aggiornato alle istanze dei giorni nostri.
L’inizio di “Mary the Gipsy” è un possente hard-rock registrato live. Il brano seguente comincia a segnare un certo distacco dal lavoro precedente. “High water” è un bel pezzo in cui si assiste ad un impasto coinvolgente di chitarre acustiche che profuma di California fino al midollo.
Anche “Walk on water” è una ballata che richiama alla mente il miglior Tom Petty.
“For the wind” è un brano folk che poi esplode in elettricità alla maniera dei Led Zeppelin di “III”.
“You find me” è un country in cui si scomoda perfino una lap steel. “Open up” è un soul non canonico in cui il piano di Slocum la fa da padrone.
Le parti vocali sono equamente divise tra Hogg e Robinson in modo da rendere il più vario possibile il cantato. Le chitarre sono il punto di forza del gruppo tra le tendenze blues di Rich e quelle psichedeliche di Marc Ford.
Mi auguro che il nome scelto per il gruppo (nella superstizione inglese si tratta di una gazza che porta positività) li aiuti a proseguire il proprio percorso di ricerca musicale.
Il passato è sempre presente, ma la loro sensibilità ed entusiasmo li fa superare l’ostacolo revival!!!


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