LYLE LOVETT – ‘12TH of June’ cover albumDiversi anni fa, lessi di una conversazione il cui protagonista era il compianto Stephen Bruton, che si chiedeva perché non potessimo ascoltare artisti come Miles Davis, Bob Dylan, Joni Mitchell, Chick Corea, Doc Watson e band britanniche nello stesso programma radiofonico. Lyle Lovett è un altro texano cresciuto ascoltando musica in quel modo eclettico, ma, forse più di chiunque altro, Lovett porta questo livello di diversità nella propria musica. Chi altro aprirebbe un album con un brano di Horace Silver e un paio di melodie associate a Nat King Cole adiacenti a pietanze di cantautori e altri brani in stile country che presentano alcuni dei migliori musicisti di Nashville come Paul Franklin, Stuart Duncan e Sam Bush? Gli artisti non dovrebbero farlo nella formattazione ossessionata dal confine di genere di oggi, ma Lyle non solo lo fa, ma, spesso, fa sembrare naturale questo mix sonoro. Ascoltate il debutto su Verve e converrete su quanto appena affermato.

Sì, inizia con lo swing di “Cookin’ at the Continental” di Horace Silver, ma poi passa rapidamente a una melodia bizzarra “Pants is Overrated”. Ecco uno dei versi: ‘La mia gente dall’altra parte del pong / Viene dalla Scozia e oltre / Dove le pecore fanno la lana per calzini e scarpe / E gli uomini adulti corrono in giro con le gonne … I pantaloni sono sopravvalutati’. Oltre alla sua Large Band di 13 elementi, la melodia presenta un coro di nove cantanti di sottofondo e un quartetto d’archi. Come dice il vecchio proverbio, ‘Tutto è più grande e migliore in Texas’.

Da lì Lovett si impegna in duetti giocosi con la grande Francine Reed sul familiare Nat King Cole, “Straighten Up and Fly Right” e “Gee Baby, Ain’t I Good to You” così come un altro classico, l’allettante “Peel me a Grape” di David Frishberg. A quel punto, la seconda metà dell’album presenta poi sei originali consecutivi. Il nostro non si scusa per una sequenza così apparentemente contraddittoria: ‘Questo album riflette la musica con cui sono cresciuto. La mia musica è come me. Vivo su una terra che apparteneva a mio nonno. Vivo accanto a mia madre. Penso che la musica rifletta da dove vengo e chi sono’.

Il valzer country simile a un inno “Her Loving Me” è un’ode sfacciata a sua moglie, soprannominata ‘Queen of Know’. La pedal steel di Franklin taglia fino all’osso nella propria metà da solista con il forte accompagnamento della band, in particolare del pianista Jim Cox. È il classico Lovett, che evoca musicalmente materiale precedente come “Walk Through the Bottom Land”. La title track segue, in sostanza, una ballata al pianoforte intrisa del violino struggente di Duncan, Lyle sposa l’amore per sua moglie e i suoi figli gemelli nel suo nuovo ruolo di genitore. Proprio quando i tipi cinici inizieranno a pensare che stia diventando troppo sdolcinato, porta uno dei suoi brani spiritosi distintivi con “Pig Meat Man”. È allettante pensare che si tratti della modalità a doppio senso di brani di Bessie Smith come “Kitchen Man”, ma invece il cantautore afferma che questa melodia blues non è altro che il suo amore per il maiale: pancetta e salsiccia. I potenti fiati brillano qui, sia all’unisono che in assolo, mentre il robusto B3 di Cox riempie immensamente il poco spazio rimanente.

The Mocking Ones” è una ballata country elegiaca colorata da pedal steel, violino e mandolino, mentre Cox offre un’elegante introduzione al pianoforte al valzer lento “Are We Dancing” con straordinari contributi del quartetto d’archi, mentre la conclusiva “On a Winter’s Morning” fa un’altra svolta a sinistra con Cox che inizia in modalità ‘barrelhouse piano’ una melodia che si dispiega in un vaudeville jazz anni ’30, poi clarinetto e trombone nella coda in dissolvenza.

Potrebbe non esserci nessun altro artista che possa andare in così tante direzioni diverse mentre ci fa ridere, piangere e ballare. C’è molto da assaporare in questi undici brani. La pausa di dieci anni non ha minimamente sminuito la forza di Lovett come cantautore o programmatore musicale!!!


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