LYKKE LI – ‘Eyeye’ cover albumEcco alcune costanti negli album in studio di Lykke Li: quello stile vocale cupo ma altamente emotivo, l’ondata melodrammatica e, naturalmente, il tema del crepacuore. Il quinto sforzo dell’artista svedese, “Eyeye”, contiene sicuramente questi elementi, ma ci lancia anche alcune palle curve. Si possono tracciare le direzioni sonore che Li esplora in ogni progetto attraverso le sue scelte nelle percussioni, e “Eyeye” non presenta un ritmo di batteria fino alla sua terza traccia. Vale a dire, questo è il suo disco più scarno e disadorno fino ad oggi.

Sono finiti, in gran parte, i tamburi tonanti e rombanti che animavano i primi due album di Li con una sorta di fervore operistico. Assente è anche l’impulso synth-pop che ha animato il sottovalutato “So Sad So Sexy” del 2018. Quando arrivano i suoni percussivi, come nell’avvincente “Highway to Your Heart”, si presentano sotto forma di leggeri colpi di cembalo. Nella traccia di chiusura della raccolta, “Ü&I”, la batteria è distante e tintinnante, come i suoni lontani di un cantiere edile.

La mancanza di slancio causata dall’assenza di un ritmo coerente serve, quasi paradossalmente, ad avvolgerci nelle trame cinematografiche spesso ipnotizzanti di “Eyeye”. Le canzoni pullulano di dettagli tattili, come lo stridio fluttuante all’inizio della traccia di apertura, “No Hotel”, e i grilli in sottofondo sia di quella composizione che della successiva “You Don’t Go Away”. Altrove, il vortice malinconico e lungo di un minuto di sintetizzatori e il ticchettio vuoto della batteria nel mezzo di “Happy Hurts” eleva i testi già vividi della nostra, che richiamano ‘ricordi fiammeggianti’ della ‘Chevy d’argento’ di un amante donnaiolo, a un vero e proprio pittorico livello.

Ma mentre la maggior parte delle trappole di “Eyeye” come cronaca di una rottura hanno successo, a volte la scrittura può sottolineare troppo palesemente i suoi concetti. In “5D”, sonda la natura di una relazione, chiedendo: ‘È solo nel film che puoi amarmi in 5D?’ Il titolo fa riferimento al cinema 5D sconvolgente e alla droga psichedelica DMT, ma la ripetizione di quella domanda, insieme alla replica (‘Sul mio schermo? Nei miei sogni?’), sembra troppo letterale e consapevole di commentare il fatto che si sta sforzando di creare un’esperienza simile a un film.

Allo stesso modo, in “Ü&I”, Li ritorna ancora e ancora sulla frase ‘Il film siamo io e te’, un ritornello senza senso per chiudere un lavoro che evoca in gran parte la pienezza sensoriale di un film senza bisogno di tali indicazioni. La traccia si conclude con uno sfrigolio bianco e svolazzi materici, impressi dalla voce che si allontana in lontananza.

Quest’ultimo effetto si collega ai motivi circolari e palindromici di “Eyeye”, incluso il titolo del rilascio, diversi versi su “Ü&I” che vengono consegnati al contrario e frequenti riferimenti alla partenza del suo amante. Quando sentiamo i ciuffi della voce della nostra svanire nell’etere alla fine, sappiamo che non passerà molto tempo prima che ritorni di nuovo a quei vecchi ricordi!!!


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