LISA O’NEILL – ‘All Of This Is Chance’ cover albumLisa O’Neill fa parte della nuova ondata di artisti folk contemporanei irlandesi, che comprende artisti del calibro di Lankum, Ye Vagabonds e John Francis Flynn, che pubblicano tutti i propri album su Rough Trade, il che rende la venerabile etichetta indie inglese qualcosa di un centro per come suona il presente e il futuro della musica folk irlandese. (Anche Radie Peat e O’Neill di Lankum hanno cantato insieme, nell’eccellente “Factory Girl”, parte dello showcase “This Ain’t No Disco”).

“All of This Is Chance” è la prima uscita di O’Neill attraverso la Rough Trade, e il proprio quarto album dall’autoprodotto “Has An Album” (2009) e segue i titoli potenti e acclamati dalla critica “Pothole in the Sky” (2016) e “Heard a Long Gone Song” (2018), che le è valso cinque nomination ai BBC Folk Award.

Il nuovo rilascio è un disco poetico, e anche cinematografico, drammatico nella consegna vocale, nell’orchestrazione e negli arrangiamenti, e anche nella poesia dei testi di Lisa, la cui forza deriva da un senso unico della prospettiva tanto quanto il linguaggio di per sé, anche se la grande poesia apre il set della title track, includendo parole del poeta irlandese Patrick Kavanagh dall’opera “The Great Hunger”.

Dopo la traccia omonima, la seguente, “Silver Seed”, precipita su sé stessa con metafore della natura, uccelli, bacche, api, sangue, il tutto impostato su un accompagnamento di banjo e violino di Colm Mac Con lomaire dei The Frames, che orchestra la seguente “Old Note”, una bellissima meditazione sul paesaggio, ‘mentre si torna a casa mezzo sognando’. Questo è un brano lento come il sonno e ricco come Creso, e conduce all’inno ornitologico, “Birdy from Another Realm”, popolato da pavoni, cuculi e capinere, i cui comportamenti fungono da specchi, forse magici, del nostro stesso distruttivo e pulsioni umane creative.

E così via, con una meditazione sulla nostra Big Blue Ball in “The Globe” seguita da “Whist, The Wild Workings of the Mind”, con un’ambientazione vocale e musicale inquietante, commissionata dalla National Gallery of Ireland e scritta in risposta al dipinto di Frederick William Burton “L’incontro sulle scale della torretta”. E una ninna nanna per chiudere gli occhi su questo set, “Goodnight World”, con un senso di fascino e stranezza; realismo magico in forma popolare contemporanea.

Per tutto il tempo, la voce e i testi sono al centro della scena e catturati sotto i riflettori, ma è brillantemente supportata da una vasta gamma di musicisti, tra cui il proprio bassista di lunga data Joseph Doyle, il genio cinematografico del violinista Colm Mac Con Iomaire e la violoncellista Kate Ellis. È un lavoro sorprendentemente individuale, un insieme coeso musicalmente e nelle liriche, e diverso da qualsiasi cosa ascolterai altrove. Peccato che non facciano più quei Folk Awards!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *