LEYA: “Flood Dream”Marilu Donovan (arpa) e Adam Markiewics (violino e voce, già The Dreebs) uniti nello pseudonimo LEYA si evidenziano come una tra le migliori novità emergenti dell’underground newyorchese. Esordiscono nel 2018 con “The Fool”, opera sperimentale e minimalista, connubio di arpa “stralunata” e violino “melanconico”, che disegna semplici figure sonore, sfondo ad “angeliche” evocazioni destinate a “…portarci altrove” in un posto che “…esiste solo per me in un mix di bellezza tradizionale e bellezza più strana.” La voce da soprano di Marilu è incantatrice, ma preclude a qualsiasi possibilità di luce, ogni tanto inserti rumoristici portano deturpazione alla bellezza di fondo. Tre brani si staccano nettamente, cioè “Swan lake”, “Sister” e “666”. Da sottolineare il contributo significativo di amici come Eartheater, PC Worship e Sunk Heaven.

Nonostante la fruizione della loro musica non sia per tutti, il duo riscuote un certo plauso tanto che producono un nuovo singolo, “Angel lust”, pubblicato su Pan ancora assieme a Eartheater, mentre la rapper Brooke Candy decide di mettere due loro brani per il suo film “I love you”, prodotto da Pornhub.

Siamo così arrivati ai nostri giorni e alla pubblicazione di “Flood dreams”, che vede la partecipazione di un nutrito cast di ospiti quali Gabi, John Bennet, Tristan Kasten-Krauss. La cosa che balza alle orecchie immediatamente è l’evidente uso di spunti rumorosi, molto migliorati rispetto al precedente lavoro.

L’apertura è affidata a “The weight”, indirizzata verso un approccio cameristico più articolato. Si tratta di un sognante prologo ad introdurre il caldo falsetto di Markiewics accompagnato dal monotono “pizzicare” di Donovan, fino a liberare ogni pulsione emotiva sorretto, nel finale, da una GABI cangiante; cosi’ pure “Wave”: sentiero romantico che conduce in un paesaggio struggente, quasi una chamber-pop tra echi e dissonanze. È interessante notare come sembra di essere investiti da una esperienza trascendentale, grazie all’uso di arpa e violino accordati in maniera non convenzionale per creare dissonanze. Lo stesso uso delle parole è indirizzato più al suono che al significato, caratteristica che potrebbe avvicinarli a ai primi Cocteau Twins. Sia Marilu che Adam usano le voci per dare vita a percorsi malinconici come accade in “Wave”, “ INTP”, “First way” e la sobria “Mariah” che rappresentano i momenti più toccanti dell’album anche per il contrapporsi del flauto agli strumenti a corda.

Pur contraddistinto da un clima di apparente mestizia, al centro del progetto Leya resta la ricerca di un’estetica che trascende i canoni di “bellezza” imposti e che esclude ogni tipo di catalogazione.

I brani di “Flood Dream“ racchiudono esplosioni di dissonanza cruda e momenti di bellezza spettrale, e anche se ad un primo ascolto appaiono ostici ad un ascolto più attento, (o forse sarebbe meglio dire) libero da pregiudizi, la sua capacità evocativa tende a trascinarti in luoghi… dove non dimorano tempo e spazio!!!


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