Ci sono 35 gradi a Parma, mentre il nuovo album di Kode9 cade dai miei altoparlanti, denso, pungente e disorientante come l’aria di melassa fuori. Con l’ingresso del negozio più spalancato possibile, il ronzio della città non viene mai completamente soffocato dal disco stesso, fornendo invece una cornice graffiante e pesante per il paesaggio sonoro irrequieto del disco. Probabilmente non è l’igiene sonora ottimale per un’esperienza di ascolto critica, ma sembra stranamente appropriato; questa non è musica da vivere in isolamento individualizzato e sottovuoto.
Produttore, dj, accademico, fondatore e direttore artistico della Hyperdub, scopritore di Burial, teorico a tutto tondo della musica elettronica, curatore di eventi multidisciplinari, ex membro della CCRU, e molto altro ancora, Kode9 è stato e continua ad essere una figura chiave nell’evoluzione recente della musica elettronica. Un ingegno multiforme di cui “Escapology” è un tassello e un condensato: il lavoro è, infatti, il primo «audio document» di un più ampio progetto dal nome “Astro-Darien”, una ‘sonic fiction’ (la cui pubblicazione è prevista per il prossimo ottobre) di cui “Escapology” funge da colonna sonora. Ma l’universo transmediale imbastito da Kode9 non si limita a questo. “Astro-Darien” ha preso vita a partire dal 2021, sotto forma di installazione audiovisiva ai Corsica Studios di Londra, oltre che in una installazione audio per il leggendario Acusmonium parigino dell’INA-GRM, il sistema audio dell’istituzione fondata dai pionieri della musica concreta Pierre Schaeffer e Pierre Henry con Jacques Poullin. La natura multidisciplinare del progetto include anche le collaborazioni con l’artista Lawrence Lek (per quanto riguarda il digital world design) e il fido Optigram (autore di vesti grafiche e tipografiche per Hyperdub sin dai suoi albori).
Poche figure dell’industria musicale sono state così strettamente coinvolte nel dinamismo e nella fluidità della vita urbana contemporanea quanto Steve Goodman negli ultimi due decenni. Per un pubblico londinese in particolare, il significato di Hyperdub è difficile da sopravvalutare; la processione di grime, jungle, dubstep, footwork e garage che compone il catalogo dell’etichetta è notevolmente in sintonia con l’ansia, la violenza e l’intimità occasionale di questa città complicata e spietata. Eppure, nonostante tutte le risonanze accademiche di Kode9 e dei suoi vari progetti, la cosa che è sempre stata al centro del meglio della sua musica, e in effetti di gran parte della produzione Hyperdub più duratura, è stata proprio il sentimento fisico di socialità che lo attraversa. Questa è musica che puoi ‘sentire’, ed è meglio sperimentarla nel bel mezzo di una pista da ballo affollata.
Anche il nuovo rilascio non fa eccezione. Un collage di ritmi sovrapposti e sintetizzatori angolari, la sua estetica si tuffa nelle parti più esterne del footwork di Chicago un minuto prima di sfondare nell’hardcore britannico il successivo, per tutto il tempo perseguitato da un sottofondo implacabile di bassi che chiede a gran voce di essere preso a pugni nel tuo petto da un feroce soundsystem. È una fortuna, davvero, considerando che questo lavoro è solo una parte di un progetto in corso come sopra esposto.
Divorziato dal resto del progetto, a volte sembra che “Escapology” manchi di un accompagnamento cruciale, ma probabilmente è abbastanza giusto. Anche senza di esso, però, c’è ancora molto da fare per uscire dalla raccolta di per sé, il suo gioco di ombre di trame divergenti, breakbeat graffianti e frequenti dissonanze che forniscono un’esperienza viscerale inquietante; con nient’altro che la scarsa assistenza di un impianto stereo domestico relativamente umile, fa sudare e agitare l’ascoltatore. Ma forse è solo il caldo!!!
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