JULIA REIDY – ‘World In World’ cover albumBlack Truffle continua a stupire con questa suite epica di chitarra pitch-fukt ed electronica della virtuosa berlinese Julia Reidy. Materiale propriamente singolare che fonde l’immensa conoscenza di Reidy della musica folk primitiva americana con lo sperimentalismo microtonale e il vocalismo pop astratto.

“World in World” è un altro set eccezionale della chitarrista e compositrice berlinese, dopo “In Real Life” pubblicato nel 2019 e “Vanish” del 2020 su Editions Mego. La sua combinazione di leggerezza folk americana e tecniche minimal europee è ancora straordinariamente singolare, ma qui sublima quei sapori in un denso vapore rosa di shoegaze deformato e dreampop sinistro.

La title track si alza come foschia di calore, con voci estasiate senza parole ‘Autotuned’ che si avvolgono attorno a strimpellate di sei corde elettrica sintonizzate microtonalmente e effetti delay galoppanti. È il tipo di musica che suona come un’illusione uditiva: se non stai prestando molta attenzione potrebbe sembrare semplice, ma inclinati ulteriormente e la sua intonazione fluttuante e il suo tempismo peculiare iniziano a dilatare la mente.

Ci sono momenti nell’album in cui le sue composizioni elegiache riflettono la leggerezza ‘DIY’ di Roy Montgomery. La sua musica è allo stesso modo incentrata con tutto il cuore attorno alla chitarra, ma sono i sottili tocchi aggiuntivi che la elevano a una categoria a sé stante.

In alcune tracce, come l’inquietante “Poised”, è l’uso sottile degli effetti che spicca. Il modo in cui la chitarra è accordata è abbastanza impressionante, ma le scie sintetizzate senza peso e gli slapback dell’eco in forte espansione diventano quasi un altro strumento nell’arsenale di Reidy. Nelle mani sbagliate, questi tocchi potrebbero offuscare il messaggio o rimanere goffamente come indicatori tecnologici, ma Julia lo inquadra esattamente nel modo giusto – lo stesso vale per la sua voce sussurrata che fornisce un accompagnamento leggero senza mai sovraccaricare le composizioni. A volte, è solo il clic dei suoi pedali per chitarra che fornisce abbastanza per compensare l’inquietante lussureggiante del suo tintinnante folk futuristico.

Come una suite musicale, “World in World” suona come un pezzo completo: nove variazioni sul processo strettamente controllato dell’artista. È meglio assorbirlo in una sola seduta, così puoi goderti gli infiniti minuscoli dettagli della musica e la sua peculiare sintonizzazione può spostare completamente la tua percezione. Capace di stordirti, ma con un’accezione positiva!!!


 

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