JANE AND BARTON – ‘Too’ cover albumNuovissimo album reunion per Edward Barton e Jane Lancaster, meglio conosciuti per il classico del 1983 “It’s A Fine Day”. Il loro pop pastorale dai tratti bucolici e sperimentali li avrebbe posti nella stessa scia di Young Marble Giants e della debuttante Tracey Thorn. La loro piccola hit “It’s A Fine Day” sarebbe poi divenuta un successo globale nelle mani del progetto house Opus III. ‎

Quasi quarant’anni separano il primo e il secondo album di Jane And Barton, ma sembra proprio che non sia trascorso tutto questo tempo. Il debutto di sette tracce risale al 1983 e anche negli ultimi giorni del post-punk era una stranezza, ma certamente da assaporare. “It’s A Fine Day” e “I Want To Be With You” sono stati estratti come singoli nello stesso anno, ma a parte il 12 pollici, “Lovely And Chicken”, alla fine degli anni ’80, non si è sentito molto altro da loro come duo. Naturalmente, da allora si sono occupati in altri modi, con Jane che, in seguito, ha recitato in televisione e Edward che ha scritto successi per Lost Witness tra gli altri, oltre a sviluppare la sua doppia carriera come musicista e poeta.

Il che ci porta a “Too”, un nuovissimo album della coppia. Dato l’enorme divario tra le attività di Jane e Barton, ci si potrebbe chiedere cosa sia cambiato nel loro approccio. La risposta è ‘non molto’ e questo rappresenta qualcosa di cui dovremmo essere molto grati. Jane affronta ancora la straordinaria capacità di immaginazione di Edward con lo stesso senso di innocenza e meraviglia, fuso con accenni di commedia impassibile. Il suono che finiscono per produrre è difficile da descrivere. È una specie di mix tra i potenti Young Marble Giants e The Marine Girls, con Syd Barrett che fornisce le canzoni, con una spruzzata di electro-disco downbeat di St Etienne gettato per buona misura.

“Too” è messo in moto dal toccante “Late At Night”, un suono scarno con un organo squillante che è perfettamente doppiato. Un esempio dell’abbondante abilità di Edward con la fraseologia mostrata su questa melodia è: ‘Porto la mia solitudine a fare una passeggiata’. Per me, questo racchiude una sensazione familiare descritta in maniera ineccepibile.

“Stella” affronta le cose in modo un po’ più giocoso, con le percussioni che si uniscono alle tastiere conferendo uno slancio rimbalzante. La voce di Edward si unisce a quella di Jane nei cori in una storia familiare in sintonia con i tempi più cinici e mutevoli in cui viviamo attualmente, riassunta in modo conciso nella linea: ‘Ma ora l’onestà non funziona’. Spinto da un impulso elettrico, “Hey! It’s The Twenty Twenties” si occupa di nuovo del presente, ma anche della preoccupazione della gente per il passato. ‘Solo abbastanza è in abbondanza’ emerge dai testi delle canzoni, qualcosa che molte persone potrebbero considerare nel 2021. Poi arriva “Shushy Time”, a tutti gli effetti una ninna nanna moderna delicata e affascinante. Un grazioso suono di carillon annuncia “Give Your Mum A Kiss”. La tristezza del tempo che passa e la vita sono vividamente messe a fuoco qui in un modo semplice ma del tutto genuino.

“Sexy Guy Sex Girl” ha un tocco di electro-dance a tarda notte e soul/jazz, con la voce di Jane che trema freddamente e il semplice riff di organo che fornisce il collegamento tra acid house e John Shuttleworth. Il successivo “Once Around The Lake” scatta ritmicamente, con la voce quasi un sussurro. Infine, raggiungiamo “Moon”, un oggetto solo vocale, che ha echi ossessionanti di “It’s A Fine Day”. Le parole finali di questo LP sono, ‘Ho tutte le parole sbagliate’, ma niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Questa è una fine davvero bella per un disco affascinante, un piacere davvero profondo su molti livelli. Ha tutta la speranza, l’intuizione e la pura poesia che si possano desiderare, aggiunte a un modo vincente con melodie di basso profilo, ma con il colpo da KO!!!


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