JAMES KRIVCHENIA – ‘Blood Karaoke’ cover albumA parte il plauso della critica della band e il loro leggendario 2019, che ha visto l’uscita di due grandi dischi (“UFOF” e “Two Hands”), la formazione dei Big Thief produce un vasto panorama sonoro di trionfi personali: le canzoni della frontwoman, Adrianne Lenker, sono diventate una delle uscite più emozionanti del 2020, mentre “Two Saviors” del chitarrista Buck Meek è stata una pietra miliare del folk indie nel 2021. La loro impronta collettiva si estende molto attraverso il rock moderno ed è sempre urgente, sottolineata dal capolavoro della band del 2022, “Dragon New Warm Mountain I Believe in You”, e Lenker e Meek hanno passato i riflettori solisti sul loro batterista, James Krivchenia, per l’uscita della propria scultura sperimentale, “Blood Karaoke”.

Formato attraverso l’archivio illimitato di video di YouTube, “Blood Karaoke” è un’impresa industriale, che cammina in punta di piedi attraverso i mondi della techno, dei quasi-groove e dell’ambiente della musica di sottofondo mentre li mescola insieme. Krivchenia ha reso queste 14 canzoni attraverso campioni di video non visti generati da generatori online casuali, come presentazioni PowerPoint, procedure dettagliate di videogiochi e clip di notizie datate, trasformandoli in documenti fluttuanti, a volte orribili, del nostro mondo vivente. Ciò che James ha stabilito sui suoi dischi più vecchi, in particolare “A New Found Relaxation” del 2020, in cui ha fatto arrangiamenti da frammenti di radio internet spa, è che sa come prendere il banale, alimentarlo attraverso impianti di sintesi e trasformarlo in una distorsione che ci tiene al limite.

Il brano di apertura, “Emissaries of Creation”, catalizza l’essenza dell’intero disco: una pista da ballo che cade in un buco nero. Sotto il terrore della statica brulicante del pezzo ci sono groove irresistibili che aspettano solo di essere rilasciati. “Blood Karaoke” è una nervosa, epica spirale discendente della poesia strana, meravigliosa e dimenticata dei social media. “Calendrical Rot” fonde splendidi arrangiamenti per pianoforte, conversazioni di sottofondo e melodie di talk-box, con un ronzio paradisiaco che scivola su di esso.

Ma è il fulcro del disco, “The Science of Imaginary Solutions”, che diventa il colosso più sfacciato e urlante del batterista. La traccia suona come un gruppo di persone in fiamme, con un microfono solitario e deformato che ribolle nel caos. “God In Every Way” è techno pulsante e hardcore; la chiusura dell’album, “Wall Facer”, inizialmente traccia come un sostenitore industriale prima di concludersi in un finale lussureggiante ed atmosferico.

Il disco suona come una coda tempestiva degli ultimi due anni, sottolineando quanto siamo assorbiti dai nostri personaggi inventati, quasi al punto da essere legati a una macchina che è diventata irriconoscibile. Questa è la bellezza del campionamento e del collage, come la sua presentazione confusa, a volte claustrofobica, sia uno specchio delle nostre stesse fissazioni, e James Krivchenia si immerge mirabilmente in tutto il caos!!!


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