JAMES BRANDON LEWIS – ‘MSM live’ cover albumCon “Molecular Systemic Music Live”, il sassofonista James Brandon Lewis e il suo quartetto presentano le composizioni dell’album “Molecular” del 2020. La differenza è che le cose sono molto più distese. La musica è passata da un singolo CD a un pacchetto di due CD. Con le melodie estese, i musicisti, in particolare il pianista Aruán Ortiz, hanno più opportunità di esplorare le permutazioni delle composizioni e le composizioni hanno più fuoco, più energia bruciante. La musica è più libera.

Si apre con “A Lotus Speaks”, la stessa melodia che ha dato il via alla musica su “Molecular” — Lewis mostra un pungente tono di sassofono all’interno del clamore della sezione ritmica. È una marcia inquietante, come se le cattive intenzioni stessero arrivando da questa parte, e dice che il James Brandon Lewis Quartet si sta affermando come uno dei quartetti di sassofoni più distintivi e assertivi sul mercato.

Registrata dal vivo a Zurigo nel maggio del 2021, la musica esplode di energia repressa, forse a causa dell’impossibilità di suonare davanti al pubblico per un anno, causata dal Covid.

“An Anguish Departed”, che apre il secondo CD, riporta alla mente il grande quartetto di John Coltrane, con la dolorosa tristezza di “Alabama” [dall’album “Live At Birdland” (Impulse, 1964)] di Coltrane, mentre il disco 2 si conclude con “Breaking Code”.

Lewis afferma che il suo approccio al jazz con la musica sistemica molecolare è un ‘intrecciare i fondamenti della musica con la biologia molecolare. È un sistema costruito su cinque pilastri di comprensione e studi continui in metafora, intuizione, semiologia, musica e biologia molecolare’.

Come con il trombettista Wadada Leo Smith e il sassofonista Ornette Coleman, le cose si approfondiscono con il pensiero dietro l’atto della creazione. Ma ciò che non è profondo è il fatto che James Brandon Lewis stia portando avanti l’arte con il proprio “Molecular Systemic Music Live”, nella propria direzione, cioè quella di uno dei più importanti quartetti di sassofoni e sezioni ritmiche.

Un suono ricco di anima che non ha paura di oltrepassare la melodicità per avventurarsi in territori più sperimentali. Un disco che conferma la statura del sassofonista, capace di essere dentro la classicità del passato, ma senza riproporla in maniera didascalica!!!


 

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