J.T. IV – ‘The Future’ cover albumOutsider freekz, affrettati! È ora di tornare al futuro – quello promesso quando il rock and roll era re, ricordi?

JT IV ha creduto nella promessa – e ora, l’uomo misterioso che a malapena ha rilasciato stampa privata 7″ degli anni ’80 come “Destructo Rock” e “Cosmic Lightning” e un film detentore del Guinness dei primati per il più lungo al mondo – 85 ore! – è stato richiamato nelle nostre spoglie mortali, per vivere ancora una volta i suoi sogni scintillanti e rapaci.

L’LP del 2009, “Cosmic Lightning” proietta la propria tragica sagoma sul grande schermo affinché tutti possano vederla: il ragazzo perduto, solo al mondo, in piedi davanti al microfono e liberando la propria stella interiore con gioia e vendetta, le sue visioni antisociali volano alte in cima ad un imbuto furioso di chitarre distorte e ritmi smussati. . .

“The Future” va ancora oltre, scavando quindici registrazioni da una cassetta inedita intitolata “The Best Of Johnny Zhivago Retrospective 1979-1993”, e aggiungendo altre quattro tracce non raccolte dalla propria scarna (e comunque impossibile da trovare) discografia.

Di queste diciannove tracce, otto sono cover — e le scelte del nostro, da Velvets a Mott the Hoople, Roxy Music, Lee Hazlewood, The Kinks, Eno e Stephen Sondheim, acuiscono la nostra immagine del disadattato alla deriva; all’esterno che guarda dentro, ma forse a pochi passi dalla sua porta. Il futuro si svolge come un’epopea, poiché entrambi i lati della persona di JT – il rocker di strada e danneggiato e il poeta straziato della scena – vivono insieme nelle migliori esibizioni della sua breve carriera. . .

Ora, a 20 anni dalla scomparsa, Il futuro è sempre più lontano dal mondo in cui ha lottato così strenuamente, ma la sua pungente iconoclastia, che sia urlata dagli amplificatori Marshall o microfonata da vicino, si sente sempre più potentemente infusa con una ampiezza unica di malattia ed essenza.

L’album si intitola “The Future” per diversi motivi. La title track esalta la virtù di essere un pensatore indipendente, che scansiona con i nostri dati su JT, ma è anche un appello ottimista, persino inno, per un domani migliore, dando alla prossima generazione un mondo di amore e speranza! Il feroce cinismo di John si scioglie mostrando un’anima pura sotto.

Quindi, “My Fellow Americans” chiude la raccolta con un’altra traccia orientata al futuro, anche se questa volta è un paesaggio distopico in cui il presidente, un guerrafondaio reaganiano, pronuncia un discorso minaccioso e bizzarro sullo stato dell’Unione al popolo americano, suggerendo di sostituire il Congresso con cloni di Adolf Hitler per imporre lo sterminio di tutti i beneficiari del benessere e della sicurezza sociale negli Stati Uniti.

Questi brani rappresentano i due lati di JT — e mentre emanano dagli anni ’80, si ritrovano potentemente rinnovate nel mondo polarizzato di oggi, rendendoli per il futuro. È una destinazione degna di tutti coloro che hanno mai avuto un cuore toccato dalla trasgressione e dalla libertà promesse dal rock and roll!!!


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