IDRIS ACKAMOOR & THE PYRAMIDS- “Shaman!” cover album“Shaman!” è il nuovo album del collettivo Idris Ackamoor & The Pyramids, uscito il 7 agosto via Strut. Formatosi all’inizio degli anni ’70 come parte del Black Music Ensemble di Cecil Taylor, il combo capitanato dal sessantanovenne Bruce Baker torna per l’ennesima volta sulle scene con una nuova formazione, che include il membro originale degli anni ’70 Dr. Margaux Simmons al flauto, Bobby Cobb alla chitarra, Sandra Poindexter al violino, Ruben Ramos al basso, Gioele Pagliaccia alla batteria e Jack Yglesias alle percussioni. Il lavoro sposta il baricentro concettuale dall’impegno politico e sociale dell’acclamato “An Angel Fell” del 2018 verso tematiche profondamente introspettive.

«Volevo usare quest’album per parlare di alcuni argomenti che affrontiamo come individui nello spazio interiore delle nostre anime e della nostra coscienza – dichiara Ackamoor nella nota stampa – L’album si sviluppa in quattro atti attraverso personali dichiarazioni musicali su amore e perdita, mortalità, vita dopo la morte, famiglia e salvezza».

Evolvendosi attorno alle intricate composizioni di Ackamoor, l’album ci porta senza sforzo attraverso stati d’animo ed emozioni attraverso una serie di brani lunghi ed ampi. Partendo da rituali, ricerca dell’anima e vulnerabilità maschile sulla title track, la band esplora l’esistenza senza tempo su “Eternity” e racconta l’improvvisa perdita di qualcuno caro in “When Will I See You Again?”, brano che assume ancor più rilevanza nella crisi per il COVID‐19. Come da titolo, il disco è un potente lavoro sciamanico che mescola afrobeat, tematiche world e influenze soul distillando il tutto in magnetiche partiture di jazz spirituale.

È forse l’album più ambizioso del nostro: una suite di settantacinque minuti divisa in quattro movimenti realizzata da un settetto elettro-acustico e registrata con un minimo di sovraincisioni. Il territorio stilistico di Idris si può fare risalire a quello del ‘Faraone’ Sanders e in particolare al disco “Tauhid” (Impulse 1967), soprattutto per il lavoro chitarristico di Cobb che richiama quello di Sonny Sharrack nell’album in questione. Non tutto però è riportabile a quel tipo di suoni perché vi è una parte che assume un tono brunito e suadente che porta diretti nelle mani di Ben Webster. Inoltre la produzione evoca i lussureggianti paesaggi sonori creati da Gamble & Huff nelle loro uscite per Philadelhia International degli anni settanta.

Tra tematiche importanti e maestria esecutiva, “Shaman!” rappresenta un altro significativo punto fermo nella discografia di The Pyramids, mostrando una band all’apice della propria potenza e versatilità!!!


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