HUMAN EXPRESSON – ‘Love At Psychedelic Velocity’ cover albumGli Human Expression erano una band della periferia di Los Angeles la cui musica si nascondeva da qualche parte tra il garage rock e la psichedelia. Un gruppo duro e pesante come un chiodo che non ha mai avuto la visibilità che meritava all’epoca.

Sono celebrati dai fan del garage rock per il loro secondo singolo, “Optical Sound” del 1967 b/w “Calm Me Down” — il lato A pazzesco era una celebrazione dello spazio interiore che appariva sul cofanetto dei Nuggets, ma il rovescio della medaglia era un rock duro e beffardo, e Human Expression sapeva chiaramente come lavorare su entrambi i lati della formula.

La formazione ha anche avuto qualcosa di simile alla fama quando Scott Seely, proprietario di Accent Records, li ha presentati ad un cantautore che aveva un paio di brani che credeva avessero del potenziale; lo scrittore era Mars Bonfire, e mentre i nostri finirono per registrare “Sweet Child of Nothingness”, rifiutarono l’altra sua canzone, “Born to Be Wild”, e Steppenwolf rese l’inno proto-biker un successo un anno dopo.

Durante la loro vita dal 1965 al 1968, gli Human Expression pubblicarono tre singoli e “Love at Psychedelic Velocity” combina i sei lati che hanno inciso per Accent così come alcuni brani inediti, demo e prime registrazioni di Jim Quarles, il cantante del gruppo.

A giudicare da quello che c’è qui, i ragazzi erano certamente migliori della media della scena rock californiana dell’epoca; Quarles e il chitarrista Jim Foster erano cantautori fantasiosi con un approccio intelligente e leggermente piegato, e lo stile chitarristico di Jim era un’interessante miscela di tintinnio folk-rock tradizionale, assoli duri e sfocati e la volontà di suonare con serbatoi di riverbero e interruttori pickup da inventare suoni insoliti.

Ma in “Love at Psychedelic Velocity” provano anche a creare un LP da una band che non aveva registrazioni degne di un album intero; “Calm Me Down” è una grande melodia, ma non così eccezionale da richiedere le tre versioni qui contenute, e il demo di “Every Night” non rivela molto, tranne che le prime registrazioni del gruppo sono state fatte in un modo davvero scadente, mentre i nastri pre-Human Expression di Quarles sono interessanti, catturano anche un adolescente che elabora idee che avrebbe gestito con maggiore abilità in seguito.

Per i fanatici del garage/psych che si chiedono se ci sia altro da dove provenga “Optical Sound”, “Love at Psychedelic Velocity” offre tutto quello che c’è, ma anche se vale la pena ascoltare i pezzi e le parti, questo non suona mai come un lavoro vero e proprio, e un EP dei singoli avrebbe potuto essere più soddisfacente!!!


https://www.youtube.com/watch?v=qhltWlHhw-g

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