HOTEL LUX – ‘Hands Across The Creek’ cover albumL’album di debutto degli Hotel Lux ha richiesto un tempo incredibilmente lungo. Il lockdown nel 2020 ha messo un freno al gruppo, proprio nel bel mezzo della loro ascesa astronomica attraverso i ranghi underground della chitarra. Durante questo periodo di incertezza, cambi di formazione e un viaggio dal sud di Londra al Wirral, Hotel Lux ha lavorato duramente con una miriade di strumenti, idee e suoni, prima di raggiungere finalmente l’oro. Allontanandosi dai loro sfacciati singoli pub-rock, il sestetto ha formulato una nuova identità per Hotel Lux, questa volta inclinandosi verso un suono stridente e pesante della tastiera, il risultato è “Hands Across The Creek”, il loro tanto atteso disco d’esordio.

Il primo singolo, “Common Sense”, è un delizioso miscuglio di drum machine anni ’80, linee di basso orientate al funk ed un uso della chitarra di buon gusto, completato dalla cadenza sardonica e dalla consegna del frontman Lewis Duffin. Strumentalmente, ogni misura sembra più calcolata e raffinata che mai, ma ciò non significa che abbiano perso il loro vantaggio. Il lavoro di chitarra graffiante guida “National Team”, la voce monotona della banda che sente un omaggio al loro catalogo precedente. Tagli come “Strut” si inclinano di nuovo verso le loro radici, giocando con riff indie anni 2000, ma introducendo momenti di tastiera nasali e infantili. Ogni traccia di questo LP è un’evoluzione, un salto nella giusta direzione per la formazione.

“Easy Being Lazy” è una pausa per riprendere fiato. L’arrangiamento è quasi orchestrale in un certo senso, con sei corde gonfie e tastiere che si intrecciano dentro e fuori dagli altoparlanti, la performance vocale di Duffin fluida e matura. “Morning After Mourning” è un altro momento rilassato. Con le sue trame e timbri lo-fi e motivi di pianoforte scricchiolanti e goffi, la traccia è intima, cruda; sembra che i nostri avrebbero potuto adottare l’approccio Bon Iver, chiudendosi in una cabina con strumentazione minima.

“Hands Across The Creek” è, in breve, un esordio eccezionale. Ben pensato e fa uscire la band dalla propria zona di comfort, esattamente quello che dovrebbe essere un ritorno. Il loro approccio leggermente più sperimentale alla scrittura e alla produzione, rispetto a quanto prodotto in precedenza, è rinfrescante, accolto e allettante; ogni traccia qui può reggere il confronto, essendo un’estensione e uno sviluppo del gruppo pur rimanendo la quintessenza degli Hotel Lux. La band ha impiegato un po’ di tempo per trovare pienamente le proprie idee, ma questo progetto ha colpito nel segno e aprirà sicuramente una miriade di opportunità per la formazione in futuro!!!


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