Pochi cantanti hanno rispecchiato meglio il suono volubile del dub di Horace Andy. Trovando risalto con una serie di singoli registrati con il produttore e collaboratore di Lee “Scratch” Perry, Bunny Lee, a metà degli anni ’70, il falsetto pesante del vibrato del cantante giamaicano è diventato una delle caratteristiche distintive del dub, oltre a essere presente nel trip-hop notturno degli album dei Massive Attack.
Negli ultimi cinque decenni, l’eredità della voce di Andy ha riflesso la storia della sua musica. Proprio come l’acetato di un dubplate si consuma ad ogni opera, conferendo al genere la sua qualità strumentale in decadimento unica, così la sua voce è maturata dal richiamo pulito e acuto del singolo di successo “Skylarking” in un tenore più ricco e vulnerabile. La sua prima collaborazione con il pioniere del dub britannico Adrian Sherwood, “Midnight Rocker”, è la vetrina perfetta per questo suono di fine carriera, rivisitando una selezione del materiale precedente di Andy oltre a sei nuove tracce.
Sherwood riarrangia ad arte gli originali di Horace, facendo emergere la sua estensione vocale. Adrian oscura la vivacità del suo classico del 1978 “This Must Be Hell” – che collocava una voce roots sul ritornello “Take Five” del pianista jazz Dave Brubeck – rimuovendo il pianoforte jazz e amplificando il potenziale della pista da ballo del brano con una linea di basso nitida e un ritmo trascinante.
In tutto, il produttore britannico sovverte sottilmente lo spirito degradato del dub utilizzando strumentazione dal vivo di qualità da studio. Questo tocco moderno porta la voce del nostro in alta definizione, in netto contrasto con il battito terroso del basso rimbombante: nella loro nuova versione di “Materialist” del 1977, un basso sintetizzato rafforza il vibrato struggente e scoppiettante di Andy, dando un maggiore senso di urgenza ai suoi testi sull’evitare vanità per guadagni spirituali; il redux di “Mr Bassie” del 1978 racchiude una sicurezza itinerante che trasforma le note lunghe e melodiche dell’originale da suppliche a potenza.
Le nuove canzoni, “Watch Over Them” e “Try Love”, portano l’anziano cantante nel registro intimo del ‘lover’s rock’, la sua voce rispecchia una danza lenta sugli strumentali sincopati.
Sherwood induce alcune delle migliori esibizioni di Andy fino ad oggi, specialmente nelle feroci vocalizzazioni di “Safe from Harm”. Questa potente collaborazione suggerisce che ci sono molti altri doppiaggi formidabili ancora nel cantante 71enne. “Midnight Rocker” è un capolavoro di fine carriera – e chissà come potrebbe reinterpretarlo negli anni a venire!!!
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