HEDVIG MOLLESTAD & TRONDHEIM JAZZ ORCHESTRA – ‘Maternity Beat’ cover albumLa chitarrista jazz-rock norvegese Hedvig Mollestad non ha mai evitato i grandi temi. Le uscite precedenti l’hanno vista dilettarsi con nozioni di mitologia greca e condizioni meteorologiche, mentre canalizzava il proprio amore per i grandi della chitarra da Jimmy Page a John McLaughlin.

Ora con “Maternity Beat”, offre una serie di riflessioni sulla natura delle questioni familiari e di giustizia sociale. Mollestad è accompagnata qui dalla Trondheim Jazz Orchestra, i cui numerosi crediti includono Chick Corea e Joshua Redman. È il disco più lucido e meticoloso di Hedvig fino ad oggi, spesso abbastanza lontano dai suoi ringhi di un tempo. La maggior parte di questa musica è stata eseguita per la prima volta al Molde Jazz Festival, in Norvegia, nel luglio 2020.

La nostra non potrebbe mai essere classificata come un mercante di riff inquietanti. La sua uscita ricca di atmosfera “Tempest Revisited” (Rune Grammofon, 2021) ha permesso anche ai sassofoni e al vibrafono di svolgere ruoli centrali. Il nuovo rilascio continua questa diversità dal suo numero di apertura, “On The Horizon, Part 1”, mentre il feedback tremante della chitarra incontra gli ottoni fumosi e la voce stregata.

Un mini coro di cantanti grida la supplica del rifugiato: ‘C’è una barca all’orizzonte?’ La “Parte 2” di questo pezzo è una vera avventura, dalla suspense tonante ai montanti cinematografici, come una colonna sonora di Blaxploitation attraverso Oslo. “Do Re Mi Ma Ma” offre altre sorprese quando voci infantili, basso funky e violino birichino si incontrano. Per quasi dieci minuti, questa traccia a volte urla e sbatte, con Mollestad nella sua forma più turbolenta.

I batteristi sono stati a lungo essenziali per lei, proprio come lo era John Bonham per i Led Zeppelin, Bill Ward per i Black Sabbath, Chad Wackerman ad Allan Holdsworth. Si diverte chiaramente nel modo in cui i tamburi rimbombano insieme, specialmente quando sono a tutto volume come nel taglio ardente “Donna Ovis Peppa”. Anche l’urgente sfondo 4/4 di “All Flights Cancelled” è pulito, dove Hedvig domina, sebbene il suo spaventoso assolo sia più lucido che coraggioso.

“Little Lucid Demons/Alfons” porta il suo preludio staccato nel terreno di una big band, mentre i teneri luccichii di “Her Own Shape” includono alcune poesie cantate sulla maternità. I pezzi di chiusura del disco, “Maternity Beat” e “Maternity Suite”, raggiungono entrambi i nove minuti e sembrano pensati per l’auto-riflessione. Le prime strimpellate mistiche raggiungono altezze paradisiache, mentre le seconde portano un gioioso scoppio di orgoglio, come qualsiasi madre potrebbe provare nelle proprie creazioni, siano esse umane o musicali. Il lavoro della chitarrista non vola mai sopra le nostre teste, anche nella sua forma più profonda o concettuale.

“Maternity Beat” è un lavoro d’amore che merita di essere amato a sua volta. Le sue preoccupazioni sono reali, ma la sua costruzione è magica!!!


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