GHOST RHYTHMS – ‘Spectral Music’ cover albumSecondo album targato Cuneiform per Ghost Rhythms. Qui ancor più che nel primo prende forma il sapiente melange di rock progressivo, musica da camera e minimalismo operato dall’ensemble Francese. Ai dieci elementi base del gruppo, e alla loro già ampia strumentazione, si aggiungono voci e archi per un album di musica altamente ricercata e allo stesso tempo accessibile ed accattivante. Il suono cinematico di Ghost Rhythms si dipana denso e fluido senza fratture, lontano da asperità e parossismi.

Dopo l’autoprodotto “Imaginary Mountains” (2020), il collettivo sperimentale francese torna su Cuneiform Records con un sequel di “Live At Yoshiwara” (Cuneiform Records, 2019). Con una decina di pezzi, è una band con un’ampia gamma di colori tonali; i leader della formazione, il batterista Xavier Gélard e il tastierista Camille Petit, hanno ripreso il loro ruolo compositivo (con un po’ di input da parte degli altri membri).

“Parapente / Paraglider” apre il disco con un minimo groove di tastiera e voci, unite dalla sezione ritmica e dai fiati per un potente climax di guida, che ricorda Philip Glass. “Thoughtography” si basa sull’approccio groove minimale, questa volta con strumentazione completa, tromba inclusa. Anche fisarmonica, violoncello e violino hanno un ruolo importante, un cenno alla musica tradizionale francese.

“Odradek” introduce un’influenza araba, utilizzando sia l’oud che le melodie modali (per non parlare dell’importante fisarmonica di Alexis Collin). “Le Mont Marsal / The Marsal Mount” ha un sapore decisamente jazz, con il flauto di Julien Bigorgne e caratterizzato da una sezione ritmica con percussioni, pianoforte, chitarra e basso (oltre a più fisarmonica, uno dei suoni distintivi del gruppo). La melodia del titolo è divisa in due parti. La prima introduce un ostinato trascinante che si sviluppa in un arrangiamento completo dei nostri prima di scomporsi in sezione ritmica e assolo di flauto, seguito da una sezione polifonica con chitarra acustica (inclusa una recitazione sui sogni) e un assolo di sassofono di Maxime Thiébaut. La parte 2 continua l’ostinato in un nuovo arrangiamento, introdotto da basso, pianoforte e fiati, e caratterizzato da un assolo di chitarra elettrica prima di passare a un po’ di musica da camera, con la voce di Sarah Baroux al centro della scena.

“L’Autre Versant / The Other Side” inizia con una linea frastagliata di violoncello, presto affiancata dalla sezione ritmica e dai fiati. L’assolo di sassofono di Thiébaut porta l’arrangiamento in assoli di chitarra e flauto prima di tornare al contrappunto di violoncello, fisarmonica e sassofono. “Uchimizu” si concentra principalmente sul groove, anche se presenta ancora una volta il lavoro di flauto solista di Bigorgne. La chiusura, “Tumulte opaque / Opaque Uproar”, inizia con un testo che recita ‘tutto è accaduto in un sogno’ prima di lanciarsi in un ostinato ripetitivo minimalista con la narrazione, che continua, mentre la musica entra in territorio sempre più libero. La conclusione presenta un assolo di batteria del co-bandleader Gélard e arriva a un finale soddisfacente.

Come sempre, questa musica è una miscela vincente ed eclettica di musica rock, classica e folk. Costretto a impiegare più sovraincisioni del solito a causa della pandemia, conserva comunque l’energia di un ensemble adattato per suonare insieme dal vivo!!!


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