Il contesto conta molto, soprattutto quando si valutano opere che rappresentano il tempo in cui sono nate. Questo non è più vero di quando si tratta di valutare questa ristampa di “Hotel Paral.lel” di Christian Fennesz, originariamente pubblicato nel 1997. Per alcuni di noi – quelli di una certa età – il 1997 sembra recente. Ma poi, ci saranno grandi fasce della popolazione che ascoltano attivamente la musica – e che sono adulti pieni, molti con figli adesso – che non erano nemmeno nati nel 1997. Fermati e consideralo per un momento. Il 1997 è stato venticinque anni fa. Un quarto di secolo.
Riporta la tua mente indietro di venticinque anni, se puoi, e prova a ricordare il panorama musicale, cosa stavi ascoltando, cosa era fresco ed eccitante, nuovo ed emergente. Fai viaggiare la tua mente, se puoi, semplicemente alla vita com’era nel 1997. La tensione pre-millennio stava iniziando a crescere lentamente verso la fine dei giorni e il ‘millenium bug’ che avrebbe fermato tutta la tecnologia. Nu-Metal stava appena sbocciando, con l’uscita del debutto dei Limp Bizkit, “Three Dollar Bill, Y’All”. Era l’anno di “The Fat of the Land” dei Prodigy e dell’omonimo dei Portishead, così come di “OK Computer” dei Radiohead. Era anche l’anno della morte della principessa Diana e nel Regno Unito c’era un senso di speranza quando i laburisti vinsero le elezioni, deponendo i conservatori dopo diciotto anni al potere.
Ma vale anche la pena ricordare fino a che punto è arrivata la tecnologia in venticinque anni. Come ci ricordano le note di copertina, “Hotel Paral.lel” è stato ‘registrato appena prima che i dispositivi di elaborazione mobile diventassero onnipresenti’ e che ‘era un’indagine sulle possibilità sonore che risiedono nella musica digitale basata sulla chitarra. “Sz” lancia la carriera con un suono costantemente ronzante che ricorda un fax che incontra per la prima volta un laptop G3, rendendosi conto che il gioco è finito. “Nebenraum” è la prima incursione nello stile che si attribuirebbe a Fennesz. Un drone glaciale si trasforma inaspettatamente in una splendida melodia e un groove microscopico. Aggiungere pulsazioni e melodie è stato un sentito dire nella fine radicale della musica sperimentale fino a questo punto e con questo singolo gesto, tutto è cambiato, per tutti.
Sembra difficile da comprendere ora, ma il debutto di Christian Fennesz non è stato tanto rivoluzionario quanto sconvolgente – solo che all’epoca non era evidente, e comunque nessuno ci stava davvero prestando attenzione. C’è stata una rimasterizzazione del 2007 per celebrare il decimo anniversario, ma questa versione non è solo rimasterizzata, ma vanta anche tracce bonus prese dall’EP “Instrument”.
Ascoltando l’LP a distanza di anni e con il vantaggio del senno di poi, è chiaro quanto fosse fuori tempo. È un inquietante pasticcio di effervescenza statica, crepitii e sibili, clangori e rimbombi, tonfi e glitch. È un assemblaggio di grati e griglie ambient oscure, ronzii e brontolii, ma poi “Fa” è più una grintosa lastra di rimbalzante death disco dei pesi massimi: ha ritmo, ha groove, ma ha qualche mordente sgranato.
Se ‘industriale’ era diventato sinonimo di Ministry e Nine Inch Nails, “Hotel Paral.lel” ricordava – per coloro che prestavano attenzione – le radici del genere, che risalgono a Throbbing Gristle e ai primi utilizzatori di tecnologie emergenti come Cabaret Voltaire. E su questo esordio, Fennesz sfrutta le ultime tecnologie emergenti per evocare paesaggi sonori alieni e forme strane. Ci sono momenti, come l’ultimo paio di minuti di “Nebenraum”, che sono sorprendentemente e incongruamente dolci e melodici, in contrasto con la dissonanza deformante e frammentaria di “Zeug”, uno dei numerosi brani sperimentali incredibilmente brevi.
“Hotel Paral.lel” serve anche a ricordare che sperimentale non è un tratto negativo o un licenziamento critico: senza sperimentazione non c’è progresso, e nel ’97 il nostro lo stava davvero sbattendo in faccia non solo all’opinione popolare, ma a tutti. Ora, ovviamente, non suona troppo radicale, dal punto di vista sonoro o in termini di obiettivi. Tuttavia, suona difficile, nodoso. Suona oscuro. La nascita di un protagonista con un lavoro seminale!!!
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