ENGINE KID – ‘Special Olympics’ cover albumGli Engine Kid nacquero nel 1991, un anno piuttosto importante durante il quale ha avuto luogo la prima Guerra del Golfo, l’Unione Sovietica si è sciolta e una band chiamata Nirvana ha pubblicato “Nevermind”, di cui potresti aver sentito parlare. Avanti veloce di trent’anni ed è stato rilasciato il fantastico “Everything Left Inside” Box Set.

Dopo essersi riuniti per lavorare al suddetto cofanetto, la band ha quindi deciso di registrare del nuovo materiale; anche se quando dico nuovo, queste sono in realtà rielaborazioni di canzoni tratte dai loro ultimi nastri di prova del lontano 1995. Tuttavia, è fantastico ascoltare alcune nuove melodie dal trio di Seattle composto da Greg Anderson – voce/chitarra, Brian Kraft al basso/voce e Jade Devitt alla batteria. Secondo le note promozionali dell’EP, l’opera d’arte ‘è una metafora simbolica sul vivere la propria vita migliore, e con stravagante spavalderia’ che sembra un sentimento positivo e necessario per tempi che si sono rivelati piuttosto impegnativi negli ultimi anni.

Il brano di apertura, “Burban On Bladez” continua la direzione più pesante che i nostri avrebbero preso negli anni successivi. La traccia dura solo cinquantotto secondi ed è un pezzo grunge metal un po’ sciocco che ricorda certamente band come Karp e Melvins. Come entrambe le formazioni, i testi sono in qualche modo surreali e insoliti, quindi se stai cercando un forte contenuto socio-politico, questo probabilmente non farà per te.

La title track è assolutamente schiacciante e una continuazione della precedente direzione musicale di Karp/Melvins, infatti, non suonerebbe fuori posto nei dischi di nessuno di quei due gruppi. Se brani come “Heater Sweats Nails” fanno per te, allora lo adorerai, soprattutto perché puoi ascoltarlo come prototipo per futuri progetti di Greg Anderson come Burning Witch e Thorr’s Hammer. Un pezzo fantastico.

La penultima traccia, “The Abattoir” è 1:15 di noise-rock e mathrock nodoso con alcune voci venate di black /death metal e visto che Anderson è un fan di entrambi i generi, questo non dovrebbe sorprendere. È sicuramente molto lontano dalle band post-rock influenzate dagli Slint con cui hanno iniziato, ma che alla fine sembra un’evoluzione del tutto naturale e necessaria.

“Patty: Tania” è principalmente uno strumentale con parole inquietanti, che si legge come una richiesta di pagamento di un riscatto da parte di una giovane donna ai suoi genitori per aiutarla a liberarla dalla prigionia. La traccia si alterna tra post-rock intricato a strati e metal post-hardcore mostruosamente pesante. Mostra gli Engine Kid al massimo e rappresenta un ottimo modo per concludere il procedimento.

In definitiva niente di nuovo sotto il sole, ma la consapevolezza che ci vorrebbero molti più gruppi come gli Engine Kids e la speranza che questo sia l’inizio di una riunione a tutti gli effetti con potenziali uscite e tour futuri!!!


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