ELDOVAR – ‘A Story Of Darkness And Light’ cover album“A Story of Darkness And Light” (Stickman Records) presenta l’incontro di Elder e Kadavar nei panni di Eldovar (non lo so da dove viene quella ‘o’). I due gruppi sono certamente dei compagni di avventure interessanti; mentre entrambi sono probabilmente radicati nelle tradizioni rock degli anni Settanta, Elder si è evoluto verso lo splendore dell’Heavy Prog, mentre Kadavar vive in gran parte sullo Stoner Blues a braccio. Tuttavia, il loro comune interesse per vari esperimenti di genere, così come i precedenti consolidati di materiale di alta qualità, offrono un terreno fertile per una tale unione.

Hanno entrambi scavato in profondità nelle atmosfere spaziali rispettivamente di “Omens” e “The Isolation Tape” del 2020, ha senso solo che questo album si esprima completamente sul culto dei Pink Floyd. L’apertura “From Deep Within” è un esempio particolarmente interessante della dualità delle band in azione poiché le sequenze di bookending sono definite da trame leggermente dispersive alla “Omens” con un segmento centrale guida che allude a una direzione più minacciosa, che invoca l’isolamento. Altrove, “Rebirth Of The Twins” e “Raspletin”, sono avventure più brevi che giocano bene l’una nell’altra con un po’ di jamming pesante di synth e “Blood Moon Night” ha uno shuffle che raccoglie una pesantezza disorientante mentre va avanti.

Ma per quanto possa essere divertente impegnarsi in alcuni viaggi lunghi, le sequenze più emotive dell’album potrebbero essere le più soddisfacenti. “In The Way” è un pezzo Psych-Folk molto sognante, che fluttua da qualche parte tra i regni dei Beatles e degli Hawkwind, mentre “Cherry Trees” è un dolce accompagnamento al pianoforte. “El Matador” potrebbe essere la mia traccia preferita del lotto grazie alla sua versione più introspettiva dell’etereo; su un disco che sembra molto più interessato all’ispirazione più classica dei Floyd, non posso fare a meno di divertirmi a sentire quello che suona più come un cenno a “The Division Bell”.

Va anche da sé che la musicalità è stellare dappertutto con i musicisti integrati abbastanza bene. Le trame sono dominate da un mix di effetti per chitarra e tastiere, ognuno dei quali completa efficacemente la dinamica. Questo porta la voce ad assumere un ruolo decisamente secondario, ma un orecchio attento può decifrare tra il comportamento calmo di Nick DiSalvo e la sottile eccentricità di Christoph Lindemann nella classica tradizione di Gilmour / Waters. Sfortunatamente, il bassista degli Elder Jack Donovan non è stato in grado di partecipare al procedimento, ma Simon Bouteloup tiene con sufficiente mordente e la batteria è tesa senza diventare troppo prepotente.

Sia che Eldovar debba essere visto come la somma delle sue parti o come un’identità distinta, “A Story Of Darkness And Light” alla fine rappresenta un’avventura molto piacevole. Il songwriting raggiunge un equilibrio molto forte tra spontaneità e scopo, iniettando quel tanto che basta del primo per una varietà dallo spirito libero e il secondo risplende attraverso il flusso e riflusso coerente della scrittura!!!


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