DUWAYNE BURNSIDE – ‘Acoustic Burnside’ cover albumA forza del suo lignaggio e delle sue precedenti collaborazioni, Duwayne Burnside aveva una specie di nome per sé stesso prima dell’uscita di “Acoustic Burnside”. È il figlio di RL Burnside, icona della musica Mississippi Hill Country, è stato uno dei primi membri del North Mississippi Allstars, fondati e guidati da Luther e Cody Dickinson, ‘figli’ di un altro eroe musicale di nome Robert Johnson con un titolo leggermente diverso: ascolta il primo re della chitarra slide, Elmore James, per non parlare della molteplicità di musicisti che l’hanno interpretata nel corso degli anni, inclusa, ma non limitata, alla prima formazione orientata al blues dei Fleetwood Mac e i titani del Texas ZZ Top.

Le interpretazioni di Burnside di queste canzoni durevoli sono ugualmente affettuose e inalterate. Il suo canto taglia il nucleo emotivo delle composizioni, anche se il proprio abile lavoro con la chitarra articola quelle emozioni che le parole non possono: nel senso più pratico, sta mantenendo vivo lo spirito dei loro autori e interpreti. A tal fine, suona spesso estasiato dalla musica mentre suona e canta brani come “See My Jumper Hanging On The Line”.

Data l’affinità profondamente radicata di Duwayne per brani come quelli, così come “Stay All Night”, la naturale facilità e scioltezza delle sue esibizioni non sorprende. Tuttavia, le sue performance parlano della sua stessa indipendenza e autenticità e, come tali, sono in netto contrasto con così tanti fornitori nel regno contemporaneo di questo genere elementare, con le loro buffonate ‘poser’ che suggeriscono di farsi le ossa nei The Blues Brothers, Jake ed Elwood.

Registrato in un periodo di circa quindici mesi, intorno alla casa del nostro, a Holly Springs, Mississippi, il rilascio costituisce una rinascita autoproclamata. Ma, da una prospettiva più ampia, questi circa sessanta minuti sono anche un vero e proprio assaggio del blues come mezzo di espressione personale. Ad esempio, in brani in gran parte gutturali come “She Threw My Clothes Out”, le corde dello strumento di Burnside cantano con la stessa sonorità della sua voce alterata, e il suo fingerpicking è risonante quanto la propria voce, il canto echeggia verità eterne, allo stesso modo il suo strimpellare vigorosamente ritmico rivela le sue esperienze di vita cumulative.

Non c’è da stupirsi che, alla conclusione di quest’ultimo taglio, Duwayne descriva ridendo quei suoni come ‘il passato e il futuro’. Le precedenti alleanze del nostro con il fratello Garry e il nipote Cedric, vincitore di un Grammy, così come i figli di Junior Kimbrough, Kinny e Robert, gli consentano di condensare i suoi arrangiamenti nella loro essenza, anche quando includono il bassista Pinkie Pulliam (“Alice May”) o il pianista Dan Torigoe (“Lord Have Mercy On Me”).

La brevità di pezzi come “44 Pistol” (meno di tre minuti) smentisce la profondità emotiva a cui penetra la loro espressione. E battute come ‘Sono così felice stamattina’ che non so dove andare nel mondo…’ ci ricordano che il blues è basato tanto sulla gioia della vita quanto sul suo ‘Bad Bad Pain’ debitamente annotato nel titolo del brano successivo. A parte questa sequenza intenzionale dell’LP, c’è un’aria di allegra spontaneità che pervade “Acoustic Burnside” che alla fine trasforma il disco in un ascolto assolutamente avvincente!!!


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