DURAND JONES AND THE INDICATIONS – ‘Private Space’ cover album“Private Space” è il nuovo lavoro dei Durand Jones & The Indications, ormai una delle realtà più felici della cosiddetta scena nu-soul americana. La band, che può contare su artisti di altissimo livello come il cantante Durand Jones, il poliedrico batterista e corista/cantante Aaron Frazer (che torna dalla ‘famiglia’ dopo il fortunato debutto solista con “Introducing…”), il chitarrista Blake Rhein, il tastierista Steve Okonski e il bassista Mike Montgomery, dà alle stampe dieci nuove tracce dopo l’ottimo “American Love Call” del 2019.

Profondamente convinti che ‘solo la gioia ci renderà liberi’, con “Private Space” i nostri aprono le porte a una gamma più ampia di suoni, lanciandosi audacemente verso un soul che non disdegna synth e ritmi disco, punteggiati da archi. Già la copertina denota cambiamenti, molto più in linea con un immaginario psych-sci-fi, gli anni di riferimento sono sempre quelli a cavallo tra i sessanta e i settanta, ma con una maggiore propensione a sperimentare sui suoni allargandone lo spettro. Quindi porte aperte a una gamma più ampia di suoni, lanciando coraggiosamente la band in un mondo di ritmi soul e disco moderni e sintetizzati, punteggiati da archi. Ancorati dalle armonie alti-basse di Aaron Frazer (batteria/voce) e Durand Jones (voce), gli Indications sono veri maestri nel fondere i suoni revival con un atteggiamento moderno. Le dieci tracce di della nuova raccolta prevedono sia una fantasia capace di evadere dalla consuetudine che un tentativo di riposizionarsi centralmente, tanto necessario dopo un tumultuoso 2020.

‘Alla fine della giornata, voglio solo che le persone chiudano gli occhi e dimentichino dove si trovano. Proprio come fa per me un album di Stevie Wonder’, dice Jones. Sviluppato dopo essere stato separato per gran parte dell’anno, “Private Space” è creativamente esplosivo e si diletta in aspettative imminenti.

Tra lavoro di produzione, sforzi da solista e grandi spettacoli sold out, Durand Jones & The Indications proseguono in una ripresa inarrestabile. Con la musica dal vivo temporaneamente fuori dall’equazione, i ragazzi dell’Indiana sono stati in grado di immergersi in profondità nella registrazione del loro terzo LP. Brani uptempo come “Witchoo”, “The Way That I Do” e “Sea of Love” manifestano praticamente lo sfarfallio di un ‘mirror ball’, i loro groove pop-funk che ricordano Idris Muhammad e Raphael Saadiq così come Pete Rock e DJ Premier. Si vorrebbe rallentare affinché non finisca mai, mentre il gruppo evoca artisti del calibro di Teddy Pendergrass, Isley Brothers e Sylvia in “Ride or Die” o “More Than Ever” (‘Non mi sono mai sentito così sexy come quando cantavo quella traccia’, afferma Durand).

Il disco sembra un allontanamento intenzionale dalle radici dei The Indications nel funk e nel soul degli anni ’60, la sua atmosfera esplorativa è fedele alle loro origini e ai gusti in evoluzione. ‘C’è molto dna originale della band, ma non è una capsula del tempo”, afferma Rhein. ‘Il suono di “Private Space” non è un tratto’, aggiunge Frazer. ‘In realtà stiamo rivelando più di noi stessi, uno sguardo sempre più profondo su chi siamo come musicisti e fan’. Sistemato in una cabina nello stato di New York, i cinque hanno trascorso molto più tempo a sperimentare il suono rispetto alle versioni precedenti. Ogni loro album si apre con una dichiarazione di coscienza politica; uno Stato dell’Unione musicale che dà un tono, la scelta si riflettere i tempi e le situazioni in cui si trovano.

Dall’ideazione al taglio finale, il lavoro è una meditazione su ciò che ci porta attraverso l’isolamento e la perdita: comunità, amore e amicizia!!!


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