CURRENT 93 – ‘If A City Is Set Upon A Hill’ cover albumI Current 93 sono, ovviamente, leggende e icone della musica industriale, post-industriale, neofolk, folk apocalittica e sperimentale di ogni tipo. Durante la loro lunga discografia, il gruppo guidato da David Tibet ha esplorato, definito, decostruito e definito generi, scene, stili in un modo che pochi hanno. Dall’altra parte esce musica che non può essere appuntata a nessun genere. La musica dei nostri è… beh, è ​​la loro propria musica. Dopo una simile introduzione vi aspettereste che dichiari la mia venerazione per la band di David Tibet! Tutt’altro, non li sopporto, li ho sempre detestati, non apprezzo il loro pensiero e la loro etica. Eppure parecchi appassionati, di cui nutro profondo rispetto, me li citano spesso, magnificandone le gesta. Cercherò, quindi, di essere il più onesto possibile nel recensire l’ultima fatica di Current 93.

Il primo scoglio da superare è la voce di Tibet, mi ci è voluto molto tempo per abituarmi allo stile vocale caratteristico di David, ma più di questo è il puro sperimentalismo di alcuni album che spinge tutti i pulsanti sbagliati per me. Ma immagino che questa sia la natura della musica sperimentale: a volte le cose semplicemente non funzionano. Oppure fare clic in modi sbagliati.

Devo anche ammettere apertamente che pochi dei lavori più recenti di Tibet & Co. mi sono rimasti impressi. Non sono la mia tazza di tè. Quindi lo ammetto – mio, quanto sto confessando qui! – che sono rimasto un po’ sorpreso quando la traccia video in anteprima dell’album, “If A City…”, è arrivata immediatamente in porto. E, sono felice di dirlo, anche il resto dell’album non delude.

Per molti versi, questo è tipico di Current 93. Anche nel senso che forse non ti aspettavi che suonasse così. O forse l’hai fatto? Ma non è nemmeno il tipico Current 93, almeno non come descriverei quello che mi sarei aspettato da loro A.D. 2022. Il disco è inaspettatamente intimo, triste, malinconico e grezzo. Le tracce sembrano che mostrino qualcosa al mondo da vedere in “If A City Is Set Upon A Hill”, in un modo non comune in nessun tipo di musica.

Musicalmente, la raccolta è una tenera miscela di strumentazione acustica – violino, pianoforte, chitarra acustica, ecc. – ed elettronica, ma la sensazione generale del rilascio ha la morbidezza e l’intimità della musica acustica. Laddove alcuni lavori hanno flirtato con elementi psichedelici e immagini ingenue di libri di fiabe per bambini, l’atmosfera qui sembra più cupa e personale. Naturalmente, essendo ciò che sono, non tutta la giocosità e l’infantile è stata eliminata, così come non lo strano simbolismo.

Ma ciò che più di tutto caratterizza quest’opera è il tenero, intimo dolore che emana. Con canzoni lente, temi ripetuti e ritmi languidi, gli strumenti dipingono immagini astratte di tristezza, perdita e abbandono – come una visione portata nel cuore per anni è finalmente sepolta, insoddisfatta. Eppure c’è una sensazione di speranza: la bellezza che si trova dentro l’atto di lasciarsi andare, l’intensità e la grazia di esso.

Su queste composizioni meravigliosamente realizzate, arrangiate e suonate, il nostro non canta tanto quanto recita i suoi testi, ancora una volta pieni del misticismo astratto (cristiano) che ci si può aspettare da lui, carichi di simboli e riferimenti che probabilmente non hanno senso per nessuno tranne lui stesso. Ma questo è, ovviamente, parte del fascino, la mitologia di Current 93. E, come nella musica, avverto una tristezza e una malinconia nell’esibizione del leader, mitigando la giocosità così spesso presente nella sua interpretazione. In quanto tale, nominare brani preferiti o particolari alti o bassi è un esercizio di futilità. Questo è uno di quegli album su cui metti, su cui ti concentri e ascolti in una volta sola, più volte!!!


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