COLTER WALL – ‘Live In Front Of Nobody’ cover albumLa musica di Colter Wall si è evoluta dal momento in cui è entrato nell’immaginario collettivo nel 2014. E non c’è da meravigliarsi, aveva solo 19 anni quando è stato pubblicato il suo EP “Imaginary Appalachia”. Stava ancora diventando maggiorenne. Ciascuno dei suoi tre album successivi è stato un leggero allontanamento da quello precedente, e risaltano oggi come immagini fisse congelate di un artista in transizione. Con ogni uscita, la sua voce affascinante è diventata più addomesticata, meno risonante ma più diversificata, e il tenore emotivo delle canzoni è diventato più leggero. E naturalmente, lungo la strada, il suo catalogo di musica è diventato molto più occidentale.

La performance di Wall dell’11 marzo, sostenuta dagli Scary Prairie Boys e annunciata come “Live in Front of Nobody”, è stata il primo vero concerto dall’uscita del suo ultimo album “Western Swing and Waltzes” lo scorso agosto. Fatta eccezione per un paio di live streaming da solista e alcune canzoni vaganti dal suo dormitorio, Colter è stato in gran parte nascosto per più di un anno.

Chi ha avuto l’opportunità di guardarlo e ascoltarlo ha potuto constatare quanto il nostro si sia presentato sicuro e rilassato, pronto a farsi strada attraverso un repertorio in continua espansione e distribuire alcune sorprese come “Is Anybody Goin’ to San Antone?” registrato per la prima volta da Charley Pride nel 1970, e una versione yodel di “Up Against the Wall Redneck Mother”, sorridendo mentre cambiava la battuta in ‘prendere a calci in culo gli hipster e scatenare l’inferno’.

Colter Wall è ora un creatore di musica maturo e pienamente realizzato, sa usare le canzoni di altri e reinventarle e contribuisce al canone con pezzi autografi che non sfigurano affatto. La sua padronanza del genere è stata messa in mostra durante la performance, che includeva “The Last Word in Lonesome is Me” di Roger Miller e “Cowpoke” di Stan Jones, che si trova nell’ultimo album, insieme a un vivace accordo “Jimmie Rodgers Deal”, come lo chiamava Wall. Tra le sue canzoni, ha suonato “Rocky Mountain Rangers”, la melodia scattante su una vera milizia canadese del 1885, e la inquietante “Henry and Sam”, un lamento sull’eredità dei produttori di armi Samuel Colt e Benjamin Tyler Henry.

Non a tutti piace vedere il proprio musicista preferito evolversi e uscire dalla fase che li ha attratti per la prima volta, e Colter lo capisce. Le sue performance su YouTube più viste risalgono alla prima fase della carriera, quando era un artista completamente diverso. Le clip delle sue “Brewery Sessions” del 2015 sono state viste più di 10 milioni di volte, facendo impallidire tutti gli altri suoi video sul canale. Da allora i fan si sono innamorati di quelle esibizioni, svenendo per la sua profonda voce baritonale e per il personaggio minaccioso dietro il cappello da cowboy nero.

Non potrebbe essere più diverso oggi. Se c’è stato un momento decisivo nello spettacolo di Nashville che ha rappresentato la sua evoluzione, è stata la versione che ha suonato di “Motorcycle”. Originariamente pubblicata nel suo album omonimo del 2017, la traccia dissonante con immagini oniriche e testi stanchi è stata subito una delle preferite dai fan. Come tutte i brani di quel disco, il nostro lo ha cantato con il timbro caratteristico che alcuni dicevano potesse trasformare l’acqua in whisky. Ma in questa sessione ha confermato ciò che ha twittato lo scorso autunno. Non solo il suo stile di canto evoluto si applica alle nuove canzoni, ma anche a quelle vecchie. Il Wall delle “Brewery Sessions” è sparito. Inoltre, ha anche aggiunto un nuovo verso, scritto dall’ amico Blake Berglund e ispirato dal suo ingresso nel settore del bestiame. La nuova strofa, insieme all’abile dobro di Pat Lyons e all’armonica squillante di Jake Groves, ha trasformato la natura stessa della canzone, riproponendola in una melodia che vive nella stessa pelle in cui ora lui abita.

Non date retta a coloro che si lamentano della nuova strada intrapresa, anche Dylan e Cash vennero fischiati o abbandonati, ma alla fine ebbero ragione loro. Non c’è ragione per non credere che lo stesso capiterà a Colter Wall!!!


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