COLIN JAMES – ‘Open Road’ cover albumIl pluripremiato chitarrista blues canadese e leader della band, Colin James, raggiunge un altro record nel suo nuovo album appena uscito “Open Road”. Il set, pubblicato il 5 novembre 2021 su Stony Plain Records, è la ventesima uscita della carriera. Colin ha co-prodotto il lavoro con il suo partner creativo di lunga data Dave Meszaros e tracciato con un talentuoso assortimento di musicisti reclutati dalle band dal vivo e in studio con cui ha lavorato nel corso degli anni. Il disco risultante è stato mixato agli Abbey Road Studios di Londra e vira nel territorio americana/roots/blues, che è un po’ un allontanamento dagli ultimi sforzi del nostro. Presenta nuove canzoni originali scritte con collaboratori familiari come Colin Linden, Craig Northey e Tom Wilson, nonché cover di canzoni di Bob Dylan, Albert King, Tony Joe White e Otis Rush. Nel complesso, sembra un vecchio amico perduto da tempo che è tornato in città.

“As The Crow Flies” di Tony Joe White dà il via alle danze con un groove blues/rock pompato con una spinta forte. Le linee vocali e di chitarra di Colin si intrecciano l’una con l’altra e usa lo spazio aperto per creare un’atmosfera come un capo. Il suo tono di chitarra è gutturale, unico e suona leggermente fuori fase, il che lo rende delizioso. Sembra un cliché, ma il suo suono attirerà davvero la vostra attenzione. È un elemento distintivo che lo separa da tutti gli altri frombolieri della sei corde là fuori e aggiunge il perfezionamento ottimale al suo già articolato assolo.

Quindi riceviamo una melodia di Albert King, “Can’t You See What You’re Doing To Me”, con i sax che potenziano il suono per fornire una versione eccezionale, Chris Caddell che suona le parti ritmiche, permettendo a Colin di concentrarsi sul ruolo principale, piegando davvero le corde in stile AK. La tranquilla disperazione di “That’s Why I’m Crying” di Magic Sam mette in primo piano la bella voce del leader, anche se il suo lavoro alla chitarra è di nuovo superbo, sottile e perfettamente aderente al testo della traccia. Il primo originale è la title track, “Open Road”, una composizione con un pizzico di americana con sovraincisioni di dobro, parti acustiche ed elettriche, mentre esplora di tornare a suonare dal vivo dopo la pausa del Covid.

“Raging River” è una ballata inquietante, esistenziale e palustre che entrerà nella vostra anima in un modo meravigliosamente inquietante. Il canadese tiene sotto controllo le proprie abilità, lasciando che i testi e la voce facciano la maggior parte del lavoro pesante. È un momento pieno di sentimento e rilassato che sembra una conversazione seria alle 4 del mattino su sigarette e whisky. I momenti tranquilli possono ancora essere epici e questo è sicuramente uno di quelli.

Non lo spaventa cimentarsi con “It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry” di Bob Dylan. Ne esce una versione scatenata, swingante e country con la scivolata di Colin in testa, supportata dagli ottoni. “Bad Boy” di John Lee Hooker suona abbastanza autentica con una sezione ritmica minimale e il lavoro di diapositive di Colin sovraincise sulla sei corde acustica. La seconda cover di Dylan è un brano oscuro, “Down On The Bottom”, ma è un bel pezzo con un forte ritornello e tante ottime chitarre. La traccia finale è un’altra oscurità, “I Love You More Than Words Can Say”; scritto da Eddie Floyd e Booker T Jones per Otis Redding. Niente ottoni nella versione struggente di Colin, ma una ballata soul in classico stile Stax con sentimenti adorabili.

Attraverso queste tredici tracce il nostro dimostra ancora una volta di essere un bravo cantante e chitarrista che può dedicarsi a una vasta gamma di stili. Se non avete familiarità con Colin vi suggerisco di dare un’occhiata ad alcuni dei suoi dischi precedenti che includono escursioni in Jump Blues, Americana e situazioni acustiche; nel frattempo ascoltate “Open Road”, non ve ne pentirete!!!


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