CITIES AVIV – ‘Man Plays The Horn’ cover album“Man Plays the Horn” è il settimo progetto pubblicato dal rapper sperimentale di Memphis Cities Aviv. In una città piena di presuntuosi rapper trap, Cities Aviv si allontana dalla scena rap di Memphis e si concentra su un tema più soul e psichedelico, simile ai rapper di New York City, MIKE e Slauson Malone. Anche se l’album dura un’ora e 22 minuti lungo 26 tracce, non c’è un solo secondo che abbia deluso in questo rilascio.

Il disco si apre con una dichiarazione stimolante in cui si afferma che il motivo alla base del jazz per cui non esiste più nella maggior parte delle aree urbane è puramente economico, dove non è più pratico acquistare un sassofono o un pianoforte a causa del prezzo, il che ha portato ad una più conveniente alternativa nella cultura nera: hip-hop.

Indipendentemente dal prezzo di qualsiasi genere musicale, Cities Aviv ci mostra quanto sia sorprendente l’arte nera, e inoltre come l’hip-hop sia in grado di incorporare pezzi di soul e jazz nel proprio suono, come dimostrato nella prima traccia della raccolta.

Il secondo brano, “Black Pleasure”, intitolata, dopo il debutto, “BLACK PLEASURE 2012”, mostra elementi simili al lavoro anche dopo 10 anni. Spingendo un suono soul che ricorda un brano come “Escorts”, che suonava così in anticipo sui tempi, che avrebbe potuto entrare in “Man Plays the Horn”. Tuttavia, il nostro ha imparato questi elementi negli ultimi dieci anni, creando un sound molto più beato e divertente che include anche voci e melodie migliori in ogni pezzo.

Giunti a metà, il brano “Smoking on a Brighter Day” ha una durata sorprendente di circa 12 minuti, ma non c’è stato un solo secondo che non mi abbia impressionato. La traccia presenta accordi di chitarra zuccherini su un ritmo etereo che ha immediatamente catturato la mia attenzione e ha continuato a tenermi affascinato per tutta la traccia.

“The Final Spark”, senza sorprese, l’ultimo taglio del lavoro, ci offre ancora un altro incredibile strumentale, apparentemente più triste e melodico del resto, ma in qualche modo si adatta incredibilmente bene a questa uscita, specialmente per un outro.

“Man Plays the Horn” può essere una lunga avventura, ma non abbiate paura di abbandonarvi a questo disco. È uno che è venuto nel promuovere la crescita e la sincerità di buon cuore ed è uscito nello stesso modo esatto. Ogni traccia è speciale a modo suo e non c’era quasi nessun punto in cui l’album risultasse noioso o cliché. Questo rilascio, almeno per ora, è sottovalutato e merita un posto in qualsiasi lista dei migliori dell’anno!!!


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