Registrato nel 1966 da Fred Plaut e Ed Michalski. Prodotto da Teo Macero. L’immortale samba ed i suoi più stretti parenti di ritmo hanno una doppia anima: da un lato sono ritmi semplici che richiedono una strumentazione piuttosto ristretta, dall’altro hanno una complessità intrinseca con cui è possibile creare miscele sonore caratterizzate da infiniti colori tonali.
“More Brazilian Byrd” propone alcune splendide sessioni registrate negli anni ’60, quando cioè la bossa nova conquistò gli Usa ed i grandi produttori si affidarono ad una schiera di superbi musicisti. Influenzato da una preparazione classica, lo stile di Charlie Byrd alla chitarra si fa strada attraverso arrangiamenti complessi ma sempre leggeri. Charlie possedeva uno stile chitarristico capace di miscelare aromi latino americani e spagnoli e fu colui che sdoganò la bossa nova in Nord America, anche se non raggiunse mai la fama del grande Stan Getz. Però dimostrava, comunque, una grande abilità nel catturare l’anima e il cuore di quel genere attraverso il proprio stile vintage, una grazia incredibile e un tocco di superbo romanticismo.
“One Note Samba” con la sua voluta monotonia è eseguita con una nonchalance che non manca di verve, mentre “Weekend in Guaruja” è un pezzo solare e pieno di gioia. L’ensemble suona con grande versatilità: da un lato ci sono le frasi ben misurate per i fiati e dall’altro i rintocchi della batteria che segnano il ritmo sul quale Byrd fa danzare le corde della sua chitarra. Questa interazione armoniosa funziona sia in piccolo, attorno all’assolo di chitarra di “Little Boat”, che nella ricca sequenza di accordi che salgono ariosamente in “Pretty Butterfly”. Il disco si chiude con “Foi A Saudade” che offre all’ascoltatore il suono ricco e pieno di batteria e trombe.
E’ impossibile non lasciarsi trasportare da questa emozionante corsa sulle montagne russe che Byrd propone all’ascoltatore con “More Brazialian Byrd”!!!
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