Musicista praticamente sconosciuto da noi, ma che negli Stati Uniti ha un seguito fedele e nutrito di appassionati, specialmente nei dintorni di Boston, luogo originario di Stokes. È un musicista che non ama stare fermo un attimo, infatti la sua discografia è assai corposa tra dischi di studio, live ed EP sia come solista che a capo di due gruppi, gli State Radio e i Dispatch. Il buon Chadwick non si occupa solamente della propria carriera musicale, ma è impegnato anche in attività umanitarie in vari settori. Ha impiegato fondi e tempo per costituire un paio di società non profit: la Ellis Fund che si occupa di fornire sviluppo ed istruzione ai bimbi dello Zimbabwe e la Calling All Crows che invece ha il compito di supportare le donne disoccupate di tutto il mondo cercando di trovar loro un impiego. Come potete vedere un personaggio molto positivo che gira per il mondo cercando di operare per la gente e che ha anche il merito di dedicarsi alla musica, sua principale passione.
Non si tratta di una star, ma di un uomo che preferisce stare a contatto con le persone normali per condividere le proprie passioni. Qualche anno fa riuscì anche a fare tre serate consecutive di tutto esaurito al Madison Square Garden, per cui il seguito non è cosi striminzito come sembrerebbe a prima vista.
L’impegno sociale del nostro risulta anche dai testi delle canzoni, sempre profondamente impegnati. Sul fronte musicale ha assorbito tutte le influenze possibili dal suo girovagare per il mondo. Si spazia dal country al rock, dai ritmi africani al punk, dal reggae all’hip-hop, il tutto filtrato da una notevole capacità melodica pop.
Il lavoro che qui recensisco risulta essere quello in cui tutte le influenze sopra citate si amalgamano in un blend riuscito e coinvolgente, capace di illuminare le nostre giornate grazie ad un suono gioioso e ricco di sfumature colorate e a melodie che entrano in testa e non ne escono più. Sicuramente un buon apporto è quello fornito dai Pintos cioè suo fratello Willy Umston al banjo, Jon Reilly alla batteria e Tommy NG al basso.
Questo è il primo disco che ascolto di Chadwick, ma già mi è venuta voglia di andare a ricercare qualche altro album pubblicato precedentemente. Il lavoro è composto da undici brani, tutti estremamente godibili, non si scarta nulla. L’inizio è affidato a “Joan of Arc” che potrei definire pezzo folk-pop molto diretto e con un ritornello di facile memorizzazione, che mette l’ascoltatore a proprio agio e che si riascolterebbe all’infinito.
“Chaska” è introdotta da un banjo strimpellato che mette in mostra, ancora una volta, una melodia azzeccatissima, un ritmo indiavolato per atmosfere che si collocano tra il country e il punk. È il momento di una bella ballata, “Blanket on the moon”, che si caratterizza per una molteplicità di stili in cui prevale una vena pop dal sapore beatlesiano. Tom Petty fa capolino come influenza in “Hit the bell with your elbow”, pezzo midtempo che vede una chitarra elettrica protagonista nell’introduzione, uno sviluppo liquido ed un ritornello che piace a dismisura. “Love and war” è una folk song contraddistinta da voce, chitarra e coro.
Ed ecco un pezzo solare di chiara matrice reggae, “What’s it going to take”, che risplende per la melodia, ancora una volta vincente, e che si contrappone al folk elettrico di “Let me down easy” che ha il potere di portarmi indietro di mezzo secolo, all’esordio di Todd Snider.
Il livello qualitativo non cala mai di tono, se amate belle canzoni, ben scritte e con testi interessanti e mai banali questo è il lavoro che non dovete mancare di ascoltare, ne uscirete rigenerati!!!


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