Caleb Caudle ha intitolato il suo precedente album del 2020 “Better Hurry Up”. Questo avrebbe potuto essere giustamente chiamato “Time to Slow Down”.
Durante la pandemia, Caudle fece le valigie e si trasferì dal Tennessee al proprio stato natale, la Carolina del Nord. Lì, si è decompresso facendo lunghe passeggiate nei boschi, pianificando la mossa successiva per la carriera e creando canzoni che replicassero lo sfondo più intimo e radicale di una esistenza appena decelerata.
Questo set acustico è supportato da alcuni dei musicisti più talentuosi di Nashville, tra cui il maestro del dobro Jerry Douglas, Sam Bush al mandolino, il famoso bassista Dennis Crouch e il percussionista Fred Eltringham, tra gli altri.
Il senso di resa alla natura è chiaro ovunque, sia dal punto di vista lirico che musicale. ‘Mi sono sentito staccato dal trambusto e libero di prestare molta attenzione ai dettagli, e questo ha completamente cambiato il mio approccio alla vita’, dice.
Non sorprende che sia una collezione discreta, che si colloca a metà strada tra un mix organico di country sereno, folk e bluegrass. Sebbene Caleb sia tornato nello stesso studio di registrazione – il Cash Cabin fuori Nashville – dove ha registrato l’ultima uscita più paludosa, questo seguito è molto più meditativo e meno inquietante. Invece, è informato dall’essere in sintonia con la semplicità dell’ambiente circostante, incarnando la bellezza cruda, spesso sublime, con testi intuitivi.
La voce casalinga del nostro riecheggia il disagio che prova con la propria professione scelta come artista che altri vogliono plasmare. Durante l’autodescrittiva gita di “I Don’t Fit In”, canta ‘L’unica cosa che devi fare / Sii meno di questo e di più di quello / Finché non rimane poco di te’.
Rievoca un periodo più semplice della propria infanzia con la mielata title track, mentre Douglas suona battute pigre ed Elizabeth Cook offre armonie, Caudle canta; ‘Erano dolci come i giorni della canna da zucchero / Il negozio di ferramenta aveva caramelle dure / E armoniche in chiave di C / I buoni consigli erano gratuiti’.
La voce cupa e ramata trasmette perfettamente questi pensieri spesso introspettivi, che sono generalmente radicati nella forma di ballate. Quando appare il più ottimista “Texas Tea”, con il suo vivace violino country e il fluido accompagnamento del dobro per ‘Alcuni posti meritano di essere lasciati / Alcune montagne meritano di essere scalate / E un po’ di amore vale la pena trovare’, conferma che la decisione di spostare la propria base e passare ad un ambiente più calmo e meno frenetico era quella giusta.
Coloro che hanno seguito la carriera (presumo veramente pochi) in graduale crescita di Caleb Caudle apprezzeranno questo atteggiamento riflessivo, soprattutto perché le canzoni sono tagliate con una cura e un dettaglio così immacolati. “Forsythia” incarna l’apprezzamento dell’artista per aver ridotto la sua carriera un tempo frenetica, abbracciando un ritrovato senso di serenità nel processo!!!
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