I precedenti album dei Blue Moon Marquee sono stati raccolte straordinarie e solide, ma nel loro livello mostrano tutta la propria gamma di talenti stilistici in questa nuova opera, sembra un momento cruciale per la band che… dovrebbe vederli sfondare nel loro mercato a livello internazionale.
‘Siamo musicisti. Facciamo musica per vivere. È così semplice. Nient’altro conta’. Il compianto Eddie Van Halen disse ciò della sua leggendaria band omonima, ma se c’è un gruppo attuale a cui si possono accostare quelle parole mi viene in mente Blue Moon Marquee. Vedete, se non sono in studio, sono in viaggio e viceversa, perché la musica è ciò che fanno, ed è quello che sono. A tal fine, è facile immaginare che, quando non sono stati in grado di andare in tour al culmine della pandemia, AW Cardinal e Jasmine Colette avrebbero camminato senza sosta su e giù per la loro fattoria di Cowichan Valley, BC come animali in gabbia, alla disperata ricerca di essere su un palco da qualche parte, ovunque, cullando la casa nel loro modo inimitabile. Da quella frustrazione repressa, tuttavia, è uscito il nuovo disco, giustamente intitolato “Scream, Holler & Howl” e sembra essere il migliore della loro carriera.
Non esiste un modo semplice per classificare cosa il cantante-chitarrista (Al) Cardinal o la contrabbassista, cantante e percussionista Colette (‘Badlands Jass’) propongano, poiché racchiudono così tanti stili di roots music per formare un insieme inebriante. Le influenze sul loro suono grintoso provenivano da epoche passate, ma su un letto di blues, mettono folk, swing, gypsy jazz, country, rhythm ‘n’ blues, rock ‘n’ roll fondamentali e persino occasionali vibrazioni lounge per comporre materiale che è allo stesso tempo fresco e familiare.
Dal punto di vista dei testi, tuttavia, l’eredità indigena di Cardinal e i temi in essa contenuti rendono, in parte, questa forza dicefala della natura una prospettiva unica. Ad esempio, tre delle 13 tracce di “Scream, Holler & Howl” – “Come on Down”, “Medicine Man” e “Red Dust Rising” – trattano questioni e mitologia delle Prime Nazioni, come la bonifica non ceduta del suolo, l’accesso all’acqua pulita per tutte le comunità indigene, e il processo profondamente complesso di verità e riconciliazione – che attraverso il disegno di legge C-5 è stato finalmente concesso l’anno scorso una ‘vacanza’ federale annuale dedicata, il 30 settembre– una giornata di riflessione altrimenti nota come ‘Orange Shirt Day’. Per la cronaca, invece di celebrare rispettosamente il primo Giorno della Verità e della Riconciliazione, come ci si dovrebbe aspettare, partecipando ad un evento chiave, Justin Trudeau, l’attuale Primo Ministro, e la sua famiglia hanno scelto di fare surf a Tofino, sulla costa occidentale dell’isola di Vancouver invece. Potete immaginare come tale – per usare un eufemismo – insensibilità sconcertante e sconsiderata sia stata accolta da tutti i popoli delle Prime Nazioni e dai canadesi benpensanti a livello nazionale: incredulità e indignazione.
Comunque, idiozia da Primo Ministro a parte, che ne è di questa nuova offerta di Blue Moon Marquee? Buona, molto buona, penso che guadagneranno sempre più consensi, anche internazionalmente. Sicuramente d’accordo uno dei principali collaboratori di questo rilascio e recente compagno di tour, Duke Robillard, che, se il nome non è familiare, ha suonato nei Fabulous Thunderbirds e Roomful of Blues, così come con J. Geils, Herb Ellis, Robert Gordon, Ronnie Earl, Jay McShann e Jimmy Witherspoon, per non parlare di Tom Waits e Bob Dylan tra i tanti. In poche parole, il ‘giovane’ Robillard, 73 anni, è una leggenda. ‘Sono pronti per il riconoscimento mondiale in una corsa brillante e unica, che rivoluziona il genere… sbalorditivi per la loro profondità, groove e anima in questa registrazione’.
I tre singoli della raccolta avviano il procedimento. Consegnata con voce roca da Cardinal, la title track è un soul groover jazz e slanciato che vanta un testo riguardante il rilascio primordiale che la musica può fornire a tutti noi. Caricato con metafora sessuale, il seguente “Thunderbird” è un’ode swamp-blues alla libertà offerta dalle loro amate motociclette Triumph classiche – un’ossessione di Cardinal, come evidenziato nel delizioso documentario di 13 minuti, “Blue Moon Ballad”, pubblicato a gennaio.
L’arrabbiato, organo e chitarra “Hound Dog on a Chain”, presenta una voce soul ruggente di Colette, e il fantastico video la vede ballare con abbandono, alimentata dal disgusto per l’avidità aziendale. Lo sbuffante “Thick as Thieves” si lamenta disperatamente dello stato attuale del mondo, mentre “Lowlands” presenta una sensuale voce (Colette) e una tromba impertinente di Bonnie Northgraves. Un blues che annuisce con la testa, suona per tutto il mondo come un classico perduto di uno ‘speakeasy’ di New Orleans degli anni ’40. Guidato da un’altra bella voce solista della nostra, l’elegante calypso “Come on Down” ricorda stilisticamente CW Stoneking, le esplorazioni tropicali e un’interessante partenza per il duo.
A causa del forte coinvolgimento di Robillard, questo grande disco attirerà senza dubbio l’attenzione degli appassionati di blues in precedenza ignari di Blue Moon Marquee. I loro lavori precedenti sono stati raccolte straordinarie e solide, ma nel mostrare tutta la loro gamma di talenti stilistici in questa nuova opera, sembra un momento cruciale per il duo che, come ho affermato in precedenza, potrebbe – e dovrebbe – vederli sfondare a livello internazionale!!!
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