BLONDSHELL – ‘Blondshell’ cover albumQuel primo singolo – “Olympus” – ha introdotto le fondamenta del songwriting del progetto: confessione diaristica, lirismo caustico e ritornelli alt-rock degli anni ’90 nella vena di band come Hole. Da quel primo singolo, è rapidamente diventata un’entusiasmante stella nascente sulla scena indie, pubblicando una serie di brani che hanno portato al debutto omonimo. Coloro che hanno ascoltato probabilmente conoscono i contorni del disco, soprattutto perché cinque dei suoi nove brani sono già stati pubblicati come singoli. Tuttavia, è una testimonianza della scrittura di canzoni in mostra che Sabrina Teitelbaum mantiene in gran parte la promessa del suo debutto.

L’album si apre in modo esplosivo con i bordi sfumati di grunge di “Veronica Mars”, che si sviluppa rapidamente da un’apertura tesa e vibrante in un bruciante finale carico di chitarra. Quelle costruzioni silenziose e rumorose che una volta erano un punto fermo della radio alt-rock emergono in pieno vigore in tutto l’LP, offrendo accattivanti esplosioni di angoscia, rabbia e desiderio su brani come “Kiss City” e “Tarmac”. Nel frattempo, altre tracce trovano Teitelbaum che crea gemme pop-rock strettamente scritte. “Sepsis” e “Salad” si sovrappongono in egual misura ai ganci taglienti e ai testi pungenti, mentre la lucentezza screziata dal sole di “Joiner” crea una deviazione sonora più delicata, piena di bellezza cristallina.

Il disco sembra completamente intriso di queste influenze degli anni ’90, evocando pietre miliari generazionali della Gen X come “Live Through This” ed “Exile in Guyville”. Tuttavia, Sabrina evita di suonare come un semplice imitatore. Non sta semplicemente provando un’estetica, ma trova invece dove si trova la sua voce cantautrice. Prima di Blondshell, aveva acquisito slancio sotto il soprannome di Baum, appoggiandosi molto più pesantemente allo zeitgeist indie pop degli anni pre-pandemia. Al contrario, le canzoni di Blondshell si sono unite durante l’era del lockdown, quando ha avuto la possibilità di ritirarsi in sé stessa, riconnettersi con le proprie radici musicali e fare la musica che voleva veramente ascoltare.

Se c’è una singola linea che collega Baum e Blondshell, è il talento della nostra per i testi brucianti e brutalmente onesti. Conduce l’ascoltatore attraverso un denso labirinto di emozioni complicate, esorcizzando il proprio dolore, la paura e la rabbia in brani che sembrano dare un’occhiata ai pensieri che la tengono sveglia la notte.

Come ha descritto Teitelbaum, “Blondshell” è stato scritto nel bel mezzo di un’era particolarmente dolorosa e caotica per lei. La scrittura di canzoni è stata la sua ancora di salvezza, e anni dopo è rimasta con Blondshell, il lavoro che ha detto di aver sempre voluto fare. Più di qualsiasi ritornello cantato insieme, quel tocco personale e il senso di implacabile onestà sono ciò che traspare di più nel disco. È il suono di un artista che finalmente riesce a liberarsi e dire le cose che sono rimaste rinchiuse dentro per troppo tempo. A sua volta, Sabrina offre un’entusiasmante introduzione a un talentuoso cantautore e un debutto assolutamente gratificante!!!


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