La band Black String ha aggiunto nuove dimensioni al genere “world music”. Il quartetto sudcoreano, guidato dal suonatore di geomungo (tradizionale cetra coreana) Yoon Jeong Heo, unisce elementi stilistici dalla musica tradizionale asiatica, con jazz, blues, rock ed elettronica.
Il risultato è un mix potente e ricco, pieno di possibilità espressive. Il loro nuovo album “Karma” rappresenta un tipo di musica moderna e globale che non conosce confini, pur avendo radici forti e profonde. L’album di debutto dei Black String, “Mask Dance” (ACT 9036-2) ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica. La rivista Jazzwise nel Regno Unito lo ha definito “un’esplorazione avvincente di ciò che può essere ottenuto fondendo in modo creativo l’antico e il moderno”, la tedesca Jazzthetik ha parlato di “una pietra miliare per la world music” e Songlines, la principale pubblicazione internazionale di world music, gli ha assegnato il suo “Asia e South Pacific Award” per la migliore pubblicazione del 2018.
I Black String hanno trascorso gli ultimi due anni esibendosi in prestigiose sale e festival in tutto il mondo, affinando ulteriormente l’intesa tra i membri della band: Yoon Jeong Heo sul geomungo, Jean Oh alla chitarra, Aram Lee al daegeum e flauti yanggeum, a cui oggi si aggiunge il percussionista e cantante Janggu Min Wang Hwang.
Il modo in cui le linee tipiche della musica classica asiatica e il suono degli strumenti tradizionali si fondono con gli stili e le influenze contemporanee è ancora più raffinato e curato. “Karma” è poi impreziosito dalla partecipazione su due tracce del chitarrista Nguyen Lê, veterano dell’incontro tra world music e jazz.
Per tutti coloro che si lamentano che non esce più niente di interessante, in realtà un modo per ripararsi dal fatto che non c’è più interesse né curiosità nei confronti della musica!!!


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