BLACK FLOWER – ‘Magma’ cover albumIl mondo ha bisogno di entità come Black Flower, che non si uniformano alle attività organizzate, ma esprimono ingegno e non sono caduti nella trappola dell’ortodossia. Immagina quanto sarebbe opaco e grigio senza di loro e musicisti affini.

Originari del Belgio, i nostri sono un gruppo di cinque elementi e il loro nuovo album, “Magma”, è il quinto. Esito a classificarli. La scatola più ovvia in cui metterli (mi si passi il termine) è il jazz, ma c’è molto di più da fare qui. In particolare, c’è un preciso filo di prog che si intreccia tra i solchi. E anche un po’ di psichedelia in alcune parti; ci sono ritmi dall’Africa e influenze dall’estremo oriente. Questa fusione probabilmente confonderà l’algoritmo (Spotify), ma porta grande piacere alle mie orecchie.

Il leader della band è il sassofonista/flautista/compositore Nathan Daems ed è affiancato, come al solito, da Jon Birdsong (ex-Beck e Calexico) su cornetta e conchiglie, l’ex collaboratore di Marc Ribot Simon Segers alla batteria e Filip Vandebril (Lady Linn, Le Valerie Solanas) al basso. Ad aumentare questo nucleo di solidità c’è un nuovo ‘tendone’ che firma per la formazione. Il nuovo ragazzo è Karel Cuelenaere (John Ghost), che porta alla festa il suo incredibile virtuosismo da tastiera. Non c’è dubbio che l’aggiunta del suono di Cuelenaere abbia portato i Black Flower ad un altro livello.

L’esempio perfetto di questo è il brano intitolato “Half Liquid”. È una composizione dominata dagli accordi barocchi e increspati dell’organo Farfisa di Karel. A questi viene data carta bianca per vagare ovunque li porti l’umore, mentre gli strumenti rimanenti rimangono fedeli e bloccati fino al midollo. Come dice il titolo, è veramente per metà liquido, l’altra metà estremamente solida. Questa traccia è anche un buon esempio di dove Black Flower si è smarrito nel territorio del prog.

L’apertura dell’album e title track non è dissimile. È dotata di una sensazione liquida, che scorre proprio come il ‘magma’ E proprio come quel semifluido rovente che emana dalla crosta terrestre, questa composizione appare, in un primo momento, benigna. La incontriamo da una distanza di sicurezza e ci abbaglia, catturando la nostra attenzione con quel gancio intrigante. Dopo quaranta secondi, l’organo di Cuelenaere prende vita, avvertendoci immediatamente che la cosa che stiamo per sperimentare è tutt’altro che passiva. La rombante portentosità dei tamburi di Segers stimola ulteriormente il nostro interesse. Simile al modo in cui il film dei Talking Heads, “Stop Making Sense”, introduce la formazione uno alla volta, i membri dei Black Flower si danno a turno per annunciarsi finché, a metà di questa traccia, non entra Daems. E come. Il suo sax baritono è seducente e ipnotico. Come il magma, sembra inevitabilmente pericoloso. Quelle frasi di sassofono ballano con l’organo, prima che l’ultimo pezzo del puzzle vada a posto quando la cornetta di Birdsong viene alla ribalta. Come un ‘treno proiettile’ giapponese, il pezzo diventa inarrestabile. Questa traccia di apertura potrebbe essere la tua prima esposizione a Black Flower. Se è così, rimarrai immediatamente colpito dal modo in cui ogni singolo componente si distingue a sé stante, eppure, olisticamente, suonano completamente sincronizzati.

Il secondo tempo del disco inizia con il suo brano più lungo. Con quasi sette minuti e mezzo, “Deep Dive Down” è l’allenamento più duraturo di questa collezione. È un pezzo denso e claustrofobico con i tamburi di Segers che rotolano come un tuono lontano. Il kaval di Deams è protagonista, mentre ci conduce in questo labirinto e ci fa avanzare, l’atmosfera si intensifica. È una composizione che ti attira mentre si dispiega, intrappolandoti. In precedenza, ho fatto riferimento a quelle influenze prog e qui è l’esempio maggiormente calzante.

“Magma” è una collezione vibrante ed esilarante, in cui tutte e otto le tracce sono incredibilmente forti. Come detto all’inizio, non è un lavoro che soddisferà il desiderio attuale di categorizzare algoritmicamente la musica, ma se hai bisogno di un riferimento allora, a volte, si può avere la sensazione di essere di fronte alla Mahavishnu Orchestra e ai Weather Report. La formazione belga è chiaramente un outfit al culmine del loro gioco e farai fatica a trovare qualcosa di così tecnicamente realizzato quest’anno. La fusione di jazz, prog e world music è inebriante, intensa e serpentina. È un ‘magma’ in cui perdersi completamente!!!


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