BILL CALLAHAN – ‘YTILAER’ cover album“Shepherd in a Sheepskin Vest” sembrava un album estremamente importante nel catalogo di Bill Callahan in quanto segnalava un ritorno alla musica e alla scrittura di canzoni che non era sempre garantito; c’è stato un momento dopo la nascita di suo figlio in cui Bill non riusciva a vedere un modo per tornare indietro. “Shepherd” è stata una meraviglia per molti versi, una grande epopea intima di venti canzoni che non aveva paura di lasciare che la sua musica acustica si diffondesse e si scatenasse. In confronto, “Gold Record” del 2020 sembrava breve, minimalista e ben focalizzato, consentendo che il suo potere si realizzasse lentamente, con ogni vignetta che scava nei sensi e rimane immobile. Per me, entrambi sono capolavori e “YTI​⅃​A​Ǝ​Я” sembra un naturale seguito e un altro passo in questo particolare capitolo della carriera del nostro.

Come sempre con la sua scrittura, il testo merita una lettura ravvicinata, con un’emozione sincera e dolcemente pronunciata (‘Ho iniziato a scrivere la tua canzone di morte molto prima che te ne andassi’) unita a battute appuntite pronunciate con un pizzico di umorismo laconico: ‘I maialini in un mucchio di merda e ossa / devo più di quanto non possederanno mai’.

Problemi spinosi si mescolano a dettagli banali in tutto il disco e sono debitamente affrontati, mascherati e allegorizzati, con la musica che scorre e rifluisce, urla e sussurra. Prendete le mutevoli “Naked Souls”; il pezzo inizia con un’introduzione simile alla bella scrittura di “Shepherd” con l’aggiunta di gentili accordi di pianoforte e si sposta nello spazio di sei minuti in un burrascoso capriccio di chitarra stridente, basso martellante, tromba sconvolta e frammenti di tastiere, con le percussioni sciolte di Jim White che suonano su muscoli seri nel secondo tempo. “Drainface” interrompe la propria delicata melodia con scatti di atteggiamento da tastiere alte e sei corde distorta, insieme alla voce quasi ringhiante di Bill in alcuni punti.

C’è un senso di catarsi e purificazione in parte di questa musica che riporta alla mente la tempesta di “Summer Painter” su “Dream River”. Ma la bellezza supera di gran lunga l’aggressività, che sente proprio l’intenzione. “Natural Information” è una traccia scorrevole, con una chitarra veloce e brillante e cori che formano un viaggio vivace.

“Planets” è per la maggior parte un numero sommesso, ma sbuffi di distorsione e snervante pianoforte gli conferiscono un tocco inquietante e incerto, accentuato dai cori di un bambino e dagli ottoni lamentosi. La canzone di apertura, “First Bird” è un’adorabile meditazione su una famiglia in crescita. Tuttavia, anche a quell’immagine idilliaca viene dato il minimo dei bordi, con una linea di chitarra più bassa che arriva dopo la dolce barra di apertura per aggiungere profondità e ombra alla musica.

Non tutto è come sembra in questo lavoro; ti sorprenderà, ti sfiderà e ti delizierà, ma la sensazione travolgente è quella di permettere ai sensi di aprirsi e far fluire la vita. In breve, un altro capolavoro di Bill Callahan!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *