Qualche anno fa, intorno all’orbita della dinamo blues-rock di Beth Hart, circolavano voci su un glorioso album di cover dei Led Zeppelin, meticolosamente messe insieme dal produttore superstar Rob Cavallo (Green Day, Linkin Park, My Chemical Romance). L’unica cosa che mancava era la voce.
Il canto dinamicamente espressivo di Beth, che abbraccia toni delicati e mielosi, era la soluzione perfetta. Eppure, la cantautrice blues-rock nominata ai Grammy era titubante, perché l’heavy rock ha un sacco di urla e molta della sua rabbia si era spenta nel corso degli anni.
Il risultante album di 9 canzoni, “Beth Hart: A Tribute To Led Zeppelin”, prodotto da Cavallo e con lui come chitarrista, è un’impresa artistica – un lavoro visceralmente rock che è sia fedele che personale. La scaletta è un campionario perfettamente curato della maestosità del gruppo di Jimmy Page. Il disco presenta un mix di elementi essenziali degli ‘Zep’ e preferiti dai fan. Lei mette insieme un’emotività empatica nell’elegante versione di “Stairway To Heaven”, evocando la bellezza struggente della melodia senza tempo con il suo stile drammatico.
Non è il primo tributo ai Led Zeppelin, e non sarà l’ultimo, ma la nostra è la più qualificata oggigiorno per provarci. La sua voce brizzolata, ma tecnicamente competente, porta più di un accenno di quella di Robert Plant, specialmente nella sua furia attraverso “Whole Lotta Love”.
Il padre di Beck, David Campbell, aggiunge arrangiamenti d’archi vertiginosi – è dappertutto in “Kashmir” e “The Rain Song” – e il produttore, Cavallo (che ha portato i Green Day a un altro livello), aggiunge un po’ di grinta. Per la maggior parte è un esilarante lavoro di immensa devozione, e il medley “Dancing Days / When The Levee Breaks” funziona a meraviglia, e lei canalizza Janis Joplin in “The Crunge”.
Hart è benedetta con la voce perfetta per il materiale scelto e la sua ugola da miele e whisky porta la giusta quantità di gravità nella traccia di apertura “Whole Lotta Love”. I chitarristi Tim Pierce e Rob Cavallo, il batterista Dorian Crozier, il bassista Chris Chaney e il tastierista Jamie Muhoberac riproducono fedelmente gli arrangiamenti originali con solo lievi variazioni.
Quasi tutto qui proviene dalla comunicazione più pesante degli ‘Zep’; “The Crunge”, “Black Dog”, “No Quarter” / “Babe I’m Gonna Leave You” e “Good Times Bad Times”, ma c’è anche un assaggio del lato più dolce della band con una bella versione di “The Rain Song”. Lo sforzo include anche una cover obbligatoria di “Stairway to Heaven”, la melodia caratteristica metà dolce e metà rock degli Zeppelin su cui Matt Laug suona la batteria. Tutti conoscono queste canzoni a memoria ed è piacevole sentire la cantante e la compagnia eseguirle così bene.
Ciò che Hart non apporta alle canzoni, e ciò che assicura che “A Tribute To Led Zeppelin” non sia altro di quanto promette il titolo, è qualcosa di nuovo. Dal momento che gli originali sono la perfezione del rock, qualsiasi cosa che li copi non può eclissarli!!!
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