Quando Neil Young andò in tour con Bert Jansch nella primavera del 2011, era, in un certo senso, un maestro della chitarra che onorava una delle figure davvero leggendarie della storia della musica. La sua scomparsa, solo pochi mesi dopo, è servita solo a rafforzare la sua eredità di musicista che non conosceva limiti e poteva registrare praticamente in qualsiasi stile immaginabile. Con una generosità davvero incredibile, la BBC apre i propri caveau portando all’uscita di “Live at the BBC”, una raccolta che raccoglie efficacemente tutte le registrazioni dal vivo per il Beeb (comprese le sessioni radiofoniche e televisive dal 1966 al 2009).
Le prime registrazioni risalgono alle sessioni del 1966 al Guitar Club e, grazie agli uomini in camice bianco, queste incisioni suonano molto meglio della maggior parte di quelle dell’epoca. Aprendosi con “Whisky Man”, ci si rende presto conto che dietro l’esecuzione precisa, c’è anche un’aria di malinconia che permea il suo lavoro. C’è anche una stranezza in alcune delle prime interviste in cui Jansch viene interrogato da persone che non hanno idea di chi sia o cosa suoni veramente.
La sua interpretazione della “Sarabanda” di Handel (The Pentangle, BBC Radio 1, 1969) espone uno sfondo classico che contrasta con le registrazioni successive che hanno evidenziato la musica in un dominio più popolare. Eppure la storia di questo pezzo classico è piuttosto affascinante; basato su una danza lenta derivata da fonti spagnole nelle colonie, era considerato piuttosto scandaloso ai suoi tempi e fu successivamente bandito in Spagna (nel 1583).
Sia che suoni canzoni del proprio repertorio o quelle di altri autori, Jansch è in grado di infondere un senso di stanchezza del mondo al procedimento, illustrando meno le proprie situazioni personali e più la condizione umana. Alla fine del primo disco ci sono una serie di registrazioni del Cambridge Folk Festival nel 1977 (registrate per Folkweave sul BBC World Service), dove è stato raggiunto da Martin Jenkins e Danny Thompson. Registrazioni come “Blues Run The Game” e “Daybreak” illustrano la brillantezza di questa particolare aggregazione. Il violino di Jenkins è un punto culminante di “Pretty Saro”. Accompagnati sul palco da Mary Hopkin, “Ask Your Daddy” e “If I Had a Lover” assumono un tono simile ai giorni d’oro dei Pentangle, la cui prima incarnazione era terminata qualche anno prima.
“Highlighting Disc 2” è una serie di brani del 1982 con Albert Lee alla chitarra elettrica e al mandolino. In “Heartbreak Hotel”, il modo di suonare di Lee è particolarmente buono per arrivare al rock blues al centro della melodia e termina con uno spot pubblicitario improvvisato per il negozio di chitarre di Jansch in New King’s Road a Fulham. La metà iniziale del disco 3 documenta le sessioni del 1988, quando Bert stava subendo una sorta di trasformazione. Alla fine del 1987 fu portato all’Ashington Hospital, dove gli fu detto senza mezzi termini che se non avesse rinunciato all’alcol, sarebbe morto. In “Dazzling Stranger”, la biografia di Colin Harper sul chitarrista, che ha anche studiato meticolosamente questa pubblicazione, racconta che Jansch disse: ‘Il mio pancreas aveva appena ceduto. C’era questa dottoressa ad Ashington che mi ha davvero consigliato durante l’intera faccenda. Non aveva niente a che fare con me come paziente, ma era una fan. Non ho mai scoperto il suo nome’. Nonostante non sapesse come si chiamasse, le ha offerto un ‘fragile omaggio barocco’ nel disco del 1995, “When the Circus Comes to Town” con un brano strumentale intitolato “The Lady Doctor from Ashington”.
Di fronte ai danni che l’alcol aveva arrecato al suo corpo, il bere divenne un ricordo del passato e iniziò a riguadagnare la forma che lo aveva reso uno dei chitarristi acustici più importanti del mondo. È stato prenotato un tour di 31 date nel Regno Unito con Rod Clement che fungeva sia da foglio di chitarra che da accompagnatore. Uno dei brani di quel periodo che colpisce un accordo interessante è “This Land is Your Land” di Woody Guthrie, una scelta improbabile, ma quando si tratta del repertorio Bert, ‘improbabile’ è un termine molto relativo.
Continua…
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