BAS JAN – ‘Baby U Know’ cover albumAttendavamo con impazienza questo album da mesi ormai. L’attuale quartetto ha ampliato il proprio già glorioso palato, diventando sia più astratto che più funky nel processo. “Baby U Know” trasuda fiducia, anche con un cenno sfacciato di supporto vocale ai The Backstreet Boys nell’esordio sobrio, ma brillante, di “Progressive Causes”. Anche la title track tira fuori un trucco simile, imitando “Os Mutantes”.

Serafina Steer a volte si lascia davvero andare. Si lamenta come Ari Up nel potente canto “Vision Of Change” e nel gioioso “Too Good To Be True”. Ma torniamo per un momento a “Vision Of Change”. È un appello incalzante per una rivoluzione pacifica che presenta un assolo di violino di Charlie Stock capace di squarciarti il cuore.

Il disco è usato per fare numerose dichiarazioni politiche in tutte le direzioni. Questo varia dal disgusto per gli imbrogli governativi e gli insabbiamenti (“All Forgotten”), la disperazione per il cambiamento (“Vision Of Change”), alla messa in discussione delle norme sociali (“Sex Cult”).

Anche se molto di questo sembra nuovo, ci sono momenti familiari di straordinaria composizione avvolgente che associamo al vecchio lavoro solista di Steer. “My Incantations, Herbs & Art Have Abandoned Me” il caso particolare in questione. C’è anche qualcosa di simile agli Hen Ogledd in questo; probabilmente gli strani suoni spaziali del sintetizzatore e le percussioni goffe.

“Shopping In A New City” è un pezzo sobrio e in gran parte ambient che ruota attorno a un muro di suoni di violino, mentre “You Have Bewitched Me” è un brano relativamente semplice di indie pop in stile Cocteau Twins. Emma Smith ha ampliato anche qui il suo approccio multistrumentale. Fornisce incarichi di basso, violino, percussioni e persino tin whistle in “All Forgotten” e nel post punk meravigliosamente storto di “Too Good To Be True”.

L’approccio ampliato consente anche alla batterista, Rachel Horwood, di mostrare davvero le sue capacità, con esibizioni udibilmente eccitanti come lo erano nell’eccellente album “Horizon” di Trash Kit. Le più recenti esplorazioni di Steer nell’elettronica si sono sicuramente estese anche a Bas Jan. “Profile Picture” è una chiusura che vira tra l’ambient, l’astratto e la discoteca. Ipnotico sintetizzatore oscillante, crash di batteria e diapositive di violino sconnesse creano un coro disco frizzante dappertutto.

Questo prodotto, sebbene a volte intenso nell’argomento, è davvero edificante, con un sottile umorismo ironico dappertutto. “Baby U Know” potrebbe essere solo il primo grande album del 2022, con un linguaggio musicale in totale libertà e senza compromessi, raramente ascoltato (mi ricordo solo delle Slits)!!!


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