Dal nome della cittadina californiana di Bakersfield prende spunto il movimento omonimo nell’ambito della musica country, nato negli anni cinquanta, che si contrapponeva a quello di Nashville. Si caratterizzava per un aspetto più elettrico e misurato negli arrangiamenti, se vogliamo maggiormente rock, che non si lasciava travolgere da una sovraproduzione tipica del sound che usciva dalla capitale del Tennessee.
Le due figure più importanti, coloro che fecero da caposcuola, furono Buck Owens e Merle Haggard, grandi autori e abili sul palcoscenico nonché fonte di ispirazione per musicisti country a venire quali, tra tanti, Dwight Yoakam e Marty Stuart.
Lo scorso anno è stata organizzata una crociera, con tema musicale country, a cui è stato dato il nome di “Starvista live country music Cruise”. Ogni serata aveva un tema e uno degli eventi di punta è stato quello con protagonista il suono di Bakersfield grazie all’insistenza di Wade Hayes e Chuck Mead (ex-leader dei BR5-49). Oggi è possibile ascoltare il concerto perché è stato pubblicato dalla Timelife.
Si tratta di un’esibizione particolarmente riuscita, fresca e vitale. Hayes e Mead si alternano alle voci e sono accompagnati dai Grassy Knoll Boys. Gli strumenti presenti vanno dalle chitarre al piano e alla steel. Il ritmo è indiavolato e la musica parecchio coinvolgente con ospiti che si materializzano per rendere il concerto più appetitoso. Lo si può considerare una sorta di tributo ad Haggard ed Owens visto che i brani provengono, nella quasi totalità, dalle loro penne.
Si inizia con tre pezzi dal repertorio di Buck, la famosa “Buckaroo” con la presenza della steel a dettarne i contorni, si prosegue con “Streets of Bakersfield” con arrangiamenti che la colorano di suoni messicani e si conclude con “I’ve got a tiger by the tail” dall’andamento sfavillante.
“Swingin’doors” è di Merle, una delle più note, viene offerta in veste di classico country, mentre “The bottle let me down” è una delle più famose drinkin’song di tutti i tempi e viene presentata in puro stile honky-tonk.
“Big big love” è la prima (di due) non appartenente ai due grandi. È un pezzo di Wynn Stewart, brano dal ritmo incalzante e con un ritmo che sta in mezzo al country e al rockabilly.
È il momento degli ospiti, il primo della serie è Tim Atwood pianista e cantante di Nashville che si esibisce in “Hello trouble”. Emily West dà la propria impronta vocale a “Together again” vivida ballata. Johnny Lee impreziosisce con il suo vocione “Carolyn”, molto raffinata e suonata in modo delicato.
Per il gran finale entra in campo Ray Benson, leader degli Asleep at the Wheel, il quale, grazie ad un carisma rilevante, si rende protagonista nella ricca di feeling “Misery and gin”. È il momento della chiusura, tutti sul palco per una corale “Dim Lights thick smoke (and loud loud music) che sprizza gioia di vivere da ogni nota e coinvolge il pubblico come sempre.
Dischetto piacevole, fresco come acqua di sorgente e in grado di allietare le nostre serate sotto al portico!!!


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