ANNA VON HAUSSWOLFF: “All Thoughts Fly” cover album“All Thoughts Fly” è il nuovo album della musicista svedese Anna Von Hausswolff, che si concentra totalmente sul suono dando alle stampe un lavoro strumentale incentrato sull’organo a canne. Quello usato nel disco si trova a Göteborg ed è una replica svedese dell’organo di Arp Schnitger. Con i suoi quattro manuali, un pedale e 54 registri, è stato costruito come parte di un progetto di ricerca decennale per ricostruire l’artigianato di organi della Germania settentrionale del XVII secolo.

L’artista racconta di una piacevole sorpresa durante le registrazioni, data dalla capacità dell’organo di creare bellissime note “intonanti” attraverso i suoi stop e il sistema di alimentazione d’aria: “Ne abbiamo approfittato in modo che la maggior parte dei suoni e delle note di intonazione che si sentono nell’album provenga dalla meccanica di questo organo, effetti realizzati in modo totalmente acustico”.

“All Thoughts Fly” è un ritorno sui generis, dedicato interamente al Sacro Bosco di Bomarzo (Viterbo) progettato dall’architetto Pirro Ligorio nel 1552 per conto del principe Vicino Orsini. È un lavoro che conferma la classe e la bravura della Von Hausswolff, che qui riesce a creare un’atmosfera realmente magica e avvolgente, degna erede del suo album precedente. Non c’è virtuosismo pur essendo un’opera tra le più difficili, complesse e tecnicamente impegnative dell’artista svedese. A volte il suono dell’organo è stato elaborato tramite effetti, ma il più delle volte è sviluppato solo acusticamente. Il risultato può ricordare una visione neoclassica che sposa l’attitudine cosmica dei Tangerine Dream. Un antico organo di chiesa può sostituire un sintetizzatore e rivelare suoni inaspettati, a riprova di una grande capacità artistica di far rivivere il passato in forme nuove e inaspettate.

Difficile soffermarsi su di un brano in particolare, ogni orecchio e ogni ascolto possono trarre suggestioni diverse dal kraut solenne di “Theatre Of Nature”, così come dai vortici ipnotici della title-track, dai bordoni funerei di “Persefone” o dal rumorismo sinistro di “Outside The Gate (for Bruna)” e “Sacro Bosco”.

Certo manca la parte vocale e questo fatto può rendere l’ascolto un po’ faticoso, ma, allo stesso tempo, è più facile immergersi nel suono che risulta essere molto evocativo e che rappresenterebbe un completamento musicale del magico giardino a cui il disco è dedicato.

Un lavoro mutevole, ma estremamente affascinante perché riesce a toccare le corde dell’anima e da dimostrazione del talento della Von Hausswolff!!!


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