ANGELE DAVID-GUILLOU: “A Question Of Angles” cover albumLa compositrice, musicista e produttrice francese Angèle David-Guillou paragona le sue peculiari composizioni contemporanee a copioni, dove il flusso e la chiarezza appaiono naturali ma sono progettati e scelti con precisione e intento. La sua musica esplora i concetti di movimento, riflessione, illusione e manipolazioni di realismi sonori, con un’acuta attenzione ai dettagli nei personaggi della sua ricca architettura strumentale.

Ha pubblicato tre album completi e due EP su Village Green. La recente pubblicazione “A Question of Angles” è stata preceduta dall’EP di lockdown “Sans Mouvement”, registrato con l’organo alla Union Chapel di Londra. Prima di questo, il lungometraggio “En Mouvement” del 2017 ha preso spunto da una vasta gamma di influenze, inclusi i film di Tarkovsky, la danza sumera e le vetrerie di Philip Glass, per esplorare come la trasformazione potrebbe essere ottenuta attraverso la ripetizione. Un partner EP pubblicato anche nel 2017, “Mouvements Organiques” ha sperimentato queste composizioni, rielaborandole per organo. Il suo primo album a proprio nome, “Kourouma”, è stato pubblicato nel 2013, ispirato alle composizioni melodiche francesi e agli arrangiamenti sgargianti della musica barocca europea e latinoamericana.

Prima di questo, David-Guillou ha anche registrato come Klima e ha suonato in vari gruppi tra cui come cantante e cantautrice nel gruppo post-rock britannico Piano Magic. È stata in tournée a livello internazionale e ha lavorato a una serie di collaborazioni con una schiera eclettica di musicisti, tra cui The Go! Team, Pete Astor e Mark Fry tra gli altri. Il suo primo strumento è il pianoforte, anche se canta e suona anche molti altri strumenti.

Il nuovo lavoro è un album di vivida musica strumentale. Incentrato su due ensemble principali, un ottetto di sassofono e un settetto d’archi, che si pavoneggiano e scivolano in danze ritmiche, le sue trame sono ispirate dall’interazione tra illusione e realtà, in particolare il realismo magico dei film di Jean Cocteau. ‘Ero interessata a tradurre questa idea in musica, che avrei potuto fare qualcosa di grande e audace, ma dove potresti anche non essere sicuro di ciò che stai ascoltando’, spiega la compositrice. Questo concetto è stato esteso alla copertina del disco, che include un’immagine multi-ritratto che a prima vista sembra un falso composito ma in realtà è stata scattata con cura per davvero. Nella title track, “A Question of Angles”, un Theremin canta con una voce acuta stranamente umana in conversazione con l’esplosione di trombone basso rombante e archi staccati. L’audace apertura, “Valley of Detachment” entra con sassofoni effervescenti in frasi pulsanti, seguito da “Akrotiri”, dove un violoncello solista si muove come un ballerino di corte, le indicazioni del tempo che si alternano in schemi ad incastro. Anche “Forgetting Trees” suona con il ritmo, ma parla in frasi che vanno e vengono, con ripetute al fagotto e al flauto, prima che “Quid Pro Quo”, con il suo coro a strati e tromboni bassi, raggiunga un finale travolgente.

Sassofoni e tromboni bassi sono fondamentali per il suono dell’album: l’uso di questi strumenti da parte di David Guillou traccia parallelismi con le composizioni più esuberanti di Michael Nyman e con i modelli ritmici neobarocchi dinamici di Moondog, mentre la gestione dei tempi in chiave non convenzionali riecheggia le atmosfere inquietanti del compositore della colonna sonora “Giovanni Fusco” per Alain Resnais.

Terminato l’ascolto si ha la sensazione di essere proiettati in un mondo di elevata e commovente bellezza di cui, oggi, vi è un gran bisogno!!!


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