ALAN VEGA: “Mutator” cover album“Mutator” è il primo volume della serie di pubblicazioni d’archivio dedicata ad Alan Vega, scomparso nel 2016, e intitolata ‘Vega Vault’, che ha visto la luce il 23 aprile via Sacred Bones. L’album composto da nastri ritrovati dalla moglie e abituale collaboratrice Liz Lamere e dal produttore Jared Artaud (entrambi presenti anche nell’ultimo disco di Vega “It” del 2017), è stato registrato a New York tra il 1995 e il 1996.

Ad anticiparlo, il singolo “Nike Soldier”, brano elettro post-punk dallo stile inconfondibile, accompagnato dal relativo video diretto da Jacqueline Castel. Nel clip Kris Esfandiari (King Woman e NGHTCRWLR) impersona l’iconoclastico Vega, muovendosi su uno sfondo di immagini di repertorio e sculture di luce del compianto artista. Del brano era uscita una versione definibile come “demo” qualche anno fa per un singolo split pubblicato da Fuzz Club, che vedeva sull’altro lato i Vacant Lots dello stesso Artaud.

Alan Vega non era un personaggio facile, ho testimonianza di un mio conoscente che ebbe a che fare con lui per un concerto a metà degli anni ottanta al My Way di Fiorenzuola, in cui l’atteggiamento del nostro fu quello di una star pur senza esserlo, anche perché in quel periodo non se lo filava nessuno. Resta da dire che ha scritto pagine importanti della nostra musica sia come cantante dei Suicide, sia come solista.

C’è un aneddoto per spiegare questo lavoro e tutta l’esistenza di Vega. Nel 1978, il duo newyorchese Suicide suonò uno spettacolo a Boston, aprendo per i Cars, eroi locali che erano passati al successo pop. Suicide ha eseguito una serie di musica elettronica aggressiva e statica, e il pubblico infelice ha dimostrato il suo disgusto lanciando posacenere, alcuni dei quali hanno colpito il cantante Alan Vega. Il giorno dopo il concerto di Boston, un DJ di una radio locale che l’aveva visto ha intervistato Vega e ha chiesto come fosse andata. “Beh, li abbiamo sconfitti a morte”, rispose, ridendo allegramente. Liz Lamere, moglie e partner musicale del cantante per diversi decenni, ha definito l’aneddoto ‘una bellissima analogia per la vita di Alan’. ’La gente pensa che lui abbia cantato di tristezza e rovina, tutte queste cose negative’, ha detto. ‘C’era sempre uno strato di bellezza e speranza in tutto ciò che faceva’.

L’album postumo “Mutator” esemplifica i sensi estremisti di rovina e bellezza di Vega. In “Fist”, il nostro canta ‘Destroy the dominators’, su un letto di sintetizzatori che strisciano nella palude e un ritmo hip-hop impassibile, mentre nella ballata bucolica “Samurai”, declama testi che sono a turno minacciosi (‘Missing girls / Chi li ha uccisi?’) e impenetrabili.

La voce di Alan è sopra un incrocio di synth e beat elettronici per quello che ancora si definisce electro-punk, sound che a coloro che conoscono bene il cantante sarà ben noto. L’opener “Trinity” con le sue atmosfere spettrali, “Fist” in cui sembra di ascoltare ad un Elvis Presley che più che cantare pare reciti cantilene su un tappeto di drum machines e tastiere.

Tutto ciò non credo sposterà di un millimetro l’idea musicale che abbiamo di Vega, i fan gradiranno, ma nuovi adepti non saranno della partita!!!


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