BEN LAMAR GAY – ‘Certain Reveries’ cover albumNel novembre 2020, il polistrumentista di Chicago Ben LaMar Gay ha debuttato con la sua composizione di lunga durata “Certain Reveries” in uno spettacolo in live streaming del London Jazz Festival.

La performance non è stata un semplice ‘park-and-play’: indossando uno scialle nero con cappuccio che ricordava il triste mietitore, Gay ha suonato elettronica, sintetizzatori e, naturalmente, la sua cornetta, e in collaborazione con il brillante percussionista Tommaso Moretti, ha guidato il pubblico attraverso inquietanti paesaggi onirici per più di un’ora.

Quasi due anni dopo lo streaming originale, Ben pubblica l’audio di quella straordinaria esibizione dal vivo sull’etichetta locale International Anthem, organizzato in 11 tracce.

Lo stream originale di “Certain Reveries” era palesemente un’opera d’arte pandemica, fino a un cortometraggio girato nell’appartamento del trombettista.

La versione audio astrae in qualche modo la performance, sebbene il suo contesto devastante sia sempre a portata di mano. Le frasi lamentose di Gay in “Skin” sembrano provenire da dietro un sipario; in realtà, in quell’occasione pre-vaccino, lui e Moretti indossavano le mascherine perché si esibivano insieme a distanza ravvicinata.

Certe fantasticherie pungolano anche il confine tra vita reale e memoria, così snervantemente sfocato durante il nadir del ‘rifugio sul posto’.

Il nostro riprende la prima sezione di “Certain Reveries” (“You Ain’t Never Lied” sull’album) alla fine della composizione (“New Tongues Tell Old Fibs” sul disco), ripetendo il ritornello del titolo e riproducendo campioni distorti di sue e precedenti improvvisazioni di Moretti.

Ma rispetto alla penultima traccia di 12 minuti sbalorditiva e che fa riflettere, “Água Futurism” (che suona come se i due ci avessero costruito tutta la serata), “New Tongues Tell Old Fibs” è praticamente un’azione cadente.

Se stai solo ascoltando la raccolta, non sarai in grado di ammirare l’incantevole vista delle luci roteanti di Ben sotto il suo mantello come un macabro danzatore del fuoco. Ma in “Água Futurism” tu puoi sentire la liberazione forte e chiara nei suoi funesti assoli di cornetta e nel drumming di Moretti, che all’inizio sono assertivi prima di cadere in un delicato battito.

La morte e la vita stringono gli avambracci non per lottare, ma piuttosto per un’altra danza!!!


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