Ci fu un momento, all’incirca la metà degli anni ottanta, in cui i Waterboys allietarono le mie giornate attraverso la loro musica fatta di canzoni trascinanti e ricche di spiritualità. Così come ebbero una grande rilevanza, altrettanto si persero presto nel dimenticatoio a parte quel capolavoro che fu, è e per sempre sarà “Fisherman’s blues”, disco uscito nel 1988, dopo un periodo di due anni trascorso da Mike Scott a Dublino assieme al compagno di esperienze musicali di quel periodo, Steve Wickam. Un album a cui contribuì l’aria della città, l’attivismo positivo che caratterizzava l’Irlanda in quel preciso momento storico, un soggiorno particolare nella regione di Galway, quella maggiormente legata alle tradizioni ed al patrimonio popolare. Un’opera che metteva in risalto un impianto acustico strumentale che la rese unica, a differenza dei dischi che la precedettero, che pagarono in un secondo momento quegli arrangiamenti così legati al periodo in cui vennero concepiti e che non resistettero all’usura del tempo.
Qualche settimana fa mi imbattei nella recensione del nuovo lavoro e venni colpito da alcune frasi del recensore. Paragonava Scott ad un attore che si immedesima totalmente negli aromi musicali di turno e come il Daniel Day-Lewis che ha saputo trasformarsi da Mohicano a sarto, da sanguinario capo-gang ad Abramo Lincoln, il nostro è stato logorroico autore new-wave, soul man di seconda fascia, bardo irlandese e persino cantore R’n’B. Non sempre la ciambella riusciva con il buco, dove la miscela funzionava eravamo di fronte ad un bel disco, dove la ricetta difettava il prodotto era sicuramente scadente.
Ora il recente “Where the action is”, tredicesimo parto discografico, ha diverse carte da giocarsi per farsi apprezzare anche se è più rock che folk, più elettrico che acustico e maggiormente solista che di gruppo. È un album urbano e londinese fino al midollo e contiene tracce eccitanti in cui Mike canta con trasporto ed è supportato da musicisti che lo seguono con entusiasmo.
Sono dieci i brani che lo compongono e la metà è di livello superiore, soprattutto in quelli in cui i testi vanno a braccetto con la letteratura, che è sempre stata gran passione del nostro.
Si passa così da “Then she made the lasses “ ispirata dal poema “Green grow the rashes-O” di Robert Burns, pezzo di chiara matrice folk irlandese, ottimamente cantata e con un prezioso lavoro al violino di Steve Wickam a “Piper at the gates of dawn” tratta dall’omonimo capitolo del libro “Il vento tra i salici” di Kenneth Grahame, classico della letteratura per bambini, in cui una splendida melodia si riproduce per nove lunghi minuti, presa per mano dal piano di Mike, che conduce le danze, ed è corroborata da interventi di gran classe di violino, organo e chitarra che riescono a dar vita ad un momento indimenticabile.
A metà del programma si erge “My time on earth”, ballata semiacustica cruda e forte, ricca di passione e deliziosamente poetica che dipinge lo sconsolante scenario culturale europeo.
Altro brano di raffinata squisitezza è “Out of all is blues” (titolo del precedente lavoro, ma escluso dalla scaletta per motivi misteriosi) con un organo da sballo nel finale che ci racconta di una amicizia fedele e sincera. “Landbroke grove symphony” è un’elegia alla vita Bohemien della West London rappresentata con un ritmo incalzante e una chitarra jazzy. Si concede anche un po’ di punk nella dedica al chitarrista dei The Clash Mick Jones in “London Mick”.
Il singolo “Right side of the heartbreak” è una perfetta pop-song dalla melodia, al testo e all’arrangiamento, tutto funziona a meraviglia che penso lo si possa considerare una delle canzoni degna di stare nell’olimpo del canzoniere dei “Ragazzi dell’acqua”.
Un’uscita che, come le più recenti, vede Mike Scott gran protagonista, gli altri sono degni comprimari, ma non esisterebbe disco senza la scrittura ispirata del nostro, né le luminose prove dei vari strumentisti, né il groove né, in definitiva, gli arrangiamenti stessi.
Come sostenuto all’inizio alcuni lavori funzionano altri meno. Qui gli è riuscito di fare bene, attendiamo la prossima prova!!!


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