“Actarus! Venusia! Il mostro meccanico di Vega minaccia la città! ” “Goldrake avanti!” “Alabarda spaziale!” “Lame rotanti !”
Ecco, questo è quello che mi viene in mente il 90% delle volte che sento un brano cantato in giapponese, un tuffo nel passato che forse chi, come me, era bambino alla fine degli anni ‘70 potrà apprezzare.
Però al di là dell’aria da colonna sonora di cartone animato nipponico questo disco dell’88 dei Vienna, ristampato dalla Spalax, risulta essere a mio parere piuttosto convincente e decisamente sopra la media dei prodotti giapponesi, nell’ambito dei quali abbondano i gruppi sopravvalutati.
Una manciata di pezzi di new prog, ben costruiti, ben suonati, con un cantato sorprendentemente dignitoso, con una struttura melodica ben definita, perfino di una orecchiabilità pop, ma non senza raffinatezze (già a metà del primo brano da notare i passaggi di chitarra acustica), ben lontana da derive bombastiche.
Naturalmente sugli scudi il tastierista Shusei Tsukamoto, che alterna sapientemente fughe in avanti a passaggi di maggior stasi, ma anche gli altri non se la cavano affatto male, in particolare il batterista Ryuichi Nishida mi sembra possessore di un drumming non banalissimo.
Tra i brani da segnalare sicuramente i 9 e passa minuti di “The metamorphic time in paradise”, ma non mi sono dispiaciute affatto anche “Magic motion”, che manifesta una divertente cantabilità da brit pop appunto anni ‘80, e “Canone”, forse il brano più complesso e ambizioso del cd.
Insomma un buon disco, forse non trascendentale ma godibilissimo.

Doktor Kiusi

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