THE LEMON TWIGS- “Songs For The General Public” cover albumI Lemon Twigs, ovvero il duo composto dai fratelli D’Addario, tornano questa estate con il loro terzo lavoro sulla lunga distanza. Intitolato “Songs For The General Public”, il disco esce il 21 agosto via 4AD ed è stato scritto, registrato e prodotto dalla formazione nel proprio home studio di Long Island, ai Sonora Studios di Los Angeles e presso l’Electric Lady di New York City. Ad anticiparlo “The One”, primo singolo estratto che viene accompagnato anche da un clip diretto da Michael Hili con protagonisti gli stessi fratelli Brian e Michael.

“Songs for the General Public” segue a distanza di due anni l’ambiziosa rock opera “Go to School” (del 2018) che ha fatto guadagnare ai D’Addario fan del calibro di Elton John, Questlove, Jack Antonoff e non ultimo Sam France dei Foxygen, che si è speso in un vero e proprio elogio nei loro confronti.

Ogni loro lavoro è stato un certificato di garanzia per quel pop-rock retromaniaco, addirittura il secondo rispolverava la formula della rock opera, come detto sopra, mentre il nuovo si segnala per canzoni che mostrano i due fratelli come fini cesellatori di melodie pop, inserti strumentali che li collocano, temporalmente, tra la fine dei sixties e la prima metà del decennio successivo. Si pongono in un ‘crossroad’ ideale tra glam, cantautorato pop-rock e prog. La contemporaneità è rappresentata dal modo in cui affrontano il materiale suddetto, quasi avessero una tavolozza di colori da cui attingere a seconda dei brani e in base alle sonorità necessarie. Il loro punto debole potrebbe essere quello di apparire esageratamente intelligenti per cui i brani risultano un po’ troppo come un esercizio di stile. Mi spiego, i nostri amano sinceramente la musica che eseguono, però sembrano costruire un filtro che impedisce loro di essere autenticamente sinceri. Dimostrano quasi di giocare e il tutto si palesa nella composizione di pezzi ottimamente suonati ed arrangiati per fare in modo che l’ascoltatore rimanga a bocca aperta di fronte a simile attitudine.

Per poterli apprezzare appieno bisogna non avere preclusione nei confronti dei generi di cui sopra. Nel nuovo album ci sono dodici pezzi che si muovono dal pop barocco ricco di orchestrazioni di “Hell on wheels”, al richiamo di Paul McCartney di “No one holds you”, al doo-wop di “Fight” per terminare con il falsetto ricco di zuccheri di “Somebody loving you”. Interessante l’utilizzo delle chitarre in modalità jangle che abbelliscono l’incalzante “Live in favor of tomorrow”, mentre l’armonica dona un’atmosfera americana, quasi springstiniana, a “Moon” brano a forte connotazione rock. Verso la conclusione entra in gioco una “Ashamed” che inizia acustica sulla scia di Simon & Garfunkel, per poi assumere una elettricità che rimane in testa anche quando la traccia termina.

Sono molto bravi, ma dovrebbero indirizzare il loro enciclopedismo verso un livello compositivo che risultasse maggiormente personale, più autenticamente ‘loro’!!!


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