THE J. & F. BAND: “Me And The Devil” cover albumLa J. significa Jaimoe, uno dei batteristi fondatori della Allman Brothers Band. The F., il bassista Joe Fonda, leader di un ensemble jazz italiano ricco di enorme talento e visione aperta. “Me and the Devil” differisce da “Cajun Blue” intriso di soul dell’anno scorso tanto quanto quell’album dal debutto del 2018 della J. & F. Band, “From the Roots to the Sky”, che ha portato il jazz puro in modo tortuoso, come una corsa emozionante. Questa volta, Jaimoe, Fonda, il batterista Tiziano Tononi, il tastierista Paolo “Pee Wee” Durante, il sassofonista Jon Irabagon e il violinista Emanuele “5P” Parrini, hanno costruito in modo significativo le loro basi jazz intrecciando rock robusto e flessibile, blues e R&B – spesso all’interno della stessa canzone. I chitarristi ospiti Bobby Lee Rodgers, David Grissom e Scott Sharrard colorano i sette numeri tentacolari con vivace personalità.

“Tizville” accende l’album con un tratto di funk esplosivo che mette in risalto l’esperienza di ogni musicista e richiama alla mente i Tower of Power, fino al vocalizzo urbano dell’autore Bobby Lee Rodgers. Successivamente, segue una versione completamente accattivante e avant-garde di “Me and the Devil Blues” di Robert Johnson. Due minuti di melodia radente si stabiliscono in un groove spettrale che si addice perfettamente al testo di Johnson, ‘Hello Satan’. Scott Sharrard è l’ultimo anello della catena di chitarristi ‘Allman’ incredibili e dal gusto unico, avendo trascorso nove anni nella band di Gregg Allman e molti di questi come direttore musicale. Ma è anche un cantante soul infernale. Qui in questo blues classico, e più tardi quando guida la band attraverso un tremendo e pericoloso slittamento attraverso “Spanish Moon” dei Little Feat (Sharrard è ora un membro dei Little Feat), si dimostra un maestro delle sfumature attraverso la voce e gli archi.

Jaimoe, un discepolo del jazz che ha suonato con Otis Redding e Sam & Dave prima di unirsi agli Allman Brothers, fornisce l’agile swing per tutto l’album, Tononi la sua potenza esplosiva. All’inizio di “Seven Seas Crossing”, le loro quattro bacchette svolazzano e si innalzano in omaggio al grande jazz di Max Roach, con Irabagon che accentua il lavoro con sfuocate di Ornette Coleman al sax con la dovuta misura. Ma una volta che la canzone decolla, inizia un viaggio robusto e affascinante. Allo stesso modo, “Hendrix Lane Long” inizia come se fosse nello spazio, il fiorire graffiante delle note forse un promemoria della mentalità di Jimi. Ma all’improvviso sboccia in un brano rock teatrale e in marcia, il suo insolito groove tenuto legato alla terra dalla chitarra di David Grissom, pungente come un calabrone che ronza intorno a un roadhouse del Texas.

Il finale di 20 minuti, “Nothing Matters”, prende il via con le interpretazioni di melodie all’interno di “Amazing Grace” e l’opus Allman Brothers di Dickey Betts, “Les Brers in A Minor”. Una volta in volo, l’improvvisazione ipnotizzante, contorta e mutevole include frammenti di Grateful Dead qui, Santana là e Return To Forever ovunque. Le chitarre stridono, i fiati pure e il violino di Parrini sega come se fosse diviso tra le colline e un’elegante sala da concerto. L’assolo di pianoforte di Durante fornisce una messa a fuoco nitida e meravigliosa.

La portata e la complessità di “Me and the Devil” spaventano i sensi. Questi sono musicisti seri, che suonano con serietà, dedizione e con abbandono allo stesso tempo. Gli appassionati di jazz, blues e jam, e certamente ogni vero appassionato di Allman Brothers, troveranno veramente molta materia in cui immergersi!!!


 

Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *